Riflessioni sull’incontro CDU a Parco dei Principi
RIFLESSIONI SULL’INCONTRO UDC A PARCO DEI PRINCIPI
9 maggio 2013
Mario Tassone ha promosso un incontro del CDU allargato a quanti condividono gli ideali democratici cristiani. Si è tenuto all’Hotel Parco dei Principi sabato 9 maggio. È intervenuto Gemayel, rappresentante della internazionale democratico-cristiana, simbolo di lotta per la libertá in un’area martoriata del mondo e del medio oriente in particolare.
Vi è stata una larga partecipazione di dirigenti, sindaci, amministratori e moltissimi giovani impegnati nell’associazionismo.
I giovani sono stati i protagonisti e hanno avuto largo spazio; hanno espresso idee positive e propositive.
Ironia della sorte l’incontro si è tenuto mentre il giorno precedente la direzione dell’UDC consumava l’ultimo strappo con la indicazione del segretario amministrativo, nomina che spetta al consiglio Nazionale. Tassone ha rivendicato il pieno rispetto delle regole democratiche.
È l’atto finale di una progressiva occupazione del potere.
Il disastro elettorale del 24 -25 febbraio per l’UDC va oltre la sconfitta di generali ormai senza esercito.
La leadership di Casini è riuscita nel grande risultato di distruggere un partito portandolo sotto il 2 per cento.
È fallimento di leadership per ambizione personale. È tradimento del progetto politico costruito con ben altre finalitá e ambizioni sul manifesto dei valori del 2002, costruito per aggregare e ha finito per privilegiare la propria famiglia politica. La componente del CDU che ha creduto nel progetto portando il simbolo difeso allo stremo, fino a laceranti scissioni è stata marginalizzata. I suoi rappresenti sono stati considerati figli di secondo letto.
E questa è la più forte contraddizioni tra enunciazione di valori e lo pratica concreta attuazione. Casini è tornato al CCD ed ai suoi numeri.
Con l’annullamento in Scelta Civica è stata cancellata la presenza dei cattolici scomparsi come partito organizzato, come bandiera, quel vessillo in cui abbiamo creduto in anni duri di impegno politico. Casini dopo la fine della prima repubblica, prima si è attaccato a Berlusconi nel 1994, poi si è attaccato al CDU di Buttiglione, poi allo Scudo Crociato con l’operazione UDC, poi come scelta finale al “montismo”.
Scelta infausta perchè il montismo andava ed è andato contro la storia e le politiche che abbiamo portato avanti nei decenni in favore degli artigiani, degli agricoltori, dei piccoli imprenditori, della orizzontalitá dei corpi intermedi piuttosto che la verticalitá dei poteri forti. È stata privilegiata la politica recessiva di una sfibrante austeritá senza la conoscenza dei problemi del paese piuttosto che la economia sociale di mercato e le politiche di solidarietá. E questo è l’errore politico piú grande.
Noi abbiamo portato quel vessillo con laceranti scissioni che poi è stato svenduto sull’altare di un accordo con i bocconiani con gli interessi forti, ma la ubriacatura è finita per eccesso di tatticismo, per deficit di idee e di prodotto.
Il prodotto politico non si compra al supermarket della comunicazione.
Richiede credibilitá, richiede coerenza, richiede passione, richiede partecipazione, richiede consenso costruito nella vita di ciascuno di noi. Il mondo non è solo la rete telematica che può essere uno strumento di ausilio nella circolazione delle idee e di comunicazione per facilitare il dialogo e non per imporre la propria posizione.
La nostra storia è una cosa diversa e la rivendichiamo con orgoglio.
Di tatticismi si può morire, politicamente si intende.
È finita la stagione dei furbetti, di quelli che privatizzavano gli utili e socializzavano le perdite.
Si riparte con un nuovo impegno più forte di prima, ma deve essere un impegno fondato sulla generositá e sulla solidarietá. Dobbiamo passare il testimone non prima di avere combattuto una ultima battaglia, quella di favorire una riaggregazione dei cattolici, per recuperare una presenza non su falsi valori, ma su quelli veri, soprattutto con una coerenza tra enunciazioni e comportamenti quotidiani.
Dopo il fallimento di Todi 1 e Todi 2, dopo che si è incenerito il conventicolo del Gianicolo con l’uscita di Riccardi, abbiamo il dovere di guardare avanti.
Non possiamo arrenderci di fronte al disastro politico.
I problemi dell’Europa si risolvono innanzitutto dentro la grande famiglia del PPE, per meglio trovare una sintesi sui valori della partecipazione e della solidarietá.
Roma 13 maggio 2013