Sugli esodati l’incoerenza del governo tecnico

Sugli esodati l’incoerenza del governo tecnico

Sugli esodati il governo dei tecnici prima ha sbagliato clamorosamente i conti sulla dimensione dei soggetti coinvolti e sui relativi effetti finanziari, poi, oggi, offre alla opinione pubblica, nella legge di stabilità, risposte demagogiche, contraddittorie e incoerenti.Mentre il Ministro Fornero era impegnata nella città di Napoli, peraltro contrassegnata da violenti scontri di piazza, la Commissione Bilancio della Camera cercava le coperture finanziare per i cosiddetti esodati, uomini e donne senza stipendi e senza pensioni, famiglie nella precarietà e nella incertezza conseguente alla riforma pensionistica Fornero.I rappresentanti del Ministero del Lavoro si piegavano all’onda populista e al dominus della Ragioneria generale dello Stato e quindi al Ministero dell’Economia.Era come una fuga dalle responsabilità.Come soluzione si è individuata, infatti, una copertura demagogica e contraddittorio come la clausola di salvaguardia che taglia gli adeguamenti alle cosiddette pensioni ricche, con la presunzione di ritenere ricche quelle da tremila euro, che finiranno per essere colpite due volte: dalla fiscalità generale e dalla fiscalità occulta dell’inflazione.Ci saremmo attesi dai tecnici al governo, da propugnatori di tesi monetariste, una presa di posizione coerente con le filosofie liberiste propugnate in passato nelle aule universitarie della Luiss o della Bocconi.Invece con quella scelta hanno finito per riscoprire la solidarietà intergenerazionale, quella che ha generato e costruito il modello di Welfare italiano, ma hanno cancellato in un colpo solo la loro credibilità rispetto ad un sistema pensionistico che prospetticamente guardava alla capitalizzazione che non al deprecato sistema a ripartizione. Hanno mescolato assistenza e previdenza.A problemi nuovi hanno dato risposte vecchie e incoerenti.I tecnici sbagliano i conti che poi devono pagare i cittadini.Hanno dimostrato ancora una volta su una questione di principio inadeguatezza rispetto ad un ruolo che richiede responsabilità, privilegiando aspettative elettorali e politiche piuttosto che coerenza di posizioni. Una posizione scaltra, divisiva e per niente limpida del governo dei banchieri e dei poteri forti.Non ci si poteva attendere altro da chi è stato chiamato a ruoli senza il passaggio elettorale e senza mandato del popolo.
Roma, 13 novembre 2012

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial