IV CONGRESSO CRISTIANI DEMOCRATICI UNITI “RICOMINCIAMO DALL’UOMO”

IV CONGRESSO CRISTIANI DEMOCRATICI UNITI “RICOMINCIAMO DALL’UOMO”

HOTEL SHERATON ROMA

14/15 MARZO 2014

Il partito dei Cristiani Democratici Uniti terrà un congresso a Roma il 14 e 15 marzo per sancire definitivamente il distacco dall’Udc di Pier Ferdinando Casini e dare vita ad un terzo polo equidistante da Fi e dal Pd. È questa la prospettiva emersa da una conferenza stampa svoltasi stamane con il segretario del Cdu Mario Tassone ed altri ex parlamentari per la presentazione dell’assise. «Non possiamo accettare – ha detto il leader – che Lorenzo Cesa continui ad essere un partito disponibile al migliore offerente». IL Cdu è l’unico partito che ha ereditato di diritto lo storico simbolo scudocrociato con la scritta Democrazia Cristiana, perchè lo scudo dell’Udc ne è privo. Tassone ha ricordato che la storia del suo movimento «viene da molto lontano, dal ’95: nel 2002 abbiamo fatto un patto costituente con Casini che è stato però politicamente tradito. Con il congresso riprenderemo a tessere l’aggregazione con tutte le associazioni, i partiti e i movimenti che vorranno lavorare per il centro». Tassone è stato molto critico nei confronti della «deriva plebiscitaria nata con l’accordo Renzi-Berlusconi che sta causando gravi danni al sistema elettorale solo per motivi di puro potere». Ovvie le critiche alla mancanza di preferenze nella nuova normativa. Maurizio Eufemi, ex senatore, ha detto che il congresso punterà «alla rigenerazione della politica rilanciando i valori di Luigi Sturzo per restituire a tutti il principio della partecipazione alla politica, ora negata da una legge elettorale che già si presenta peggio del porcellum».Il congresso eleggerà il nuovo segretario del partito che ha 2.200 iscritti.   Intervento Maurizio Eufemi (guardalo su YouTube)  Care amiche e cari amici del congresso del CDU,Noi che oggi siamo qui non abbiamo cancellato le parole “democratici cristiani” dal simbolo, rivendicando le ragioni, la storia, la identità.Dobbiamo ringraziare Mario Tassone che coraggiosamente ha voluto ricostruire la nostra casa. E’ stato violato il patto fondativo del 2002, distrutto da ambizioni personali, scelte ambigue, sconfitte clamorose; ricordate le candidature effimere di Emanuele Filiberto e Magdi Allam?. E’ stata progressivamente emarginata la classe dirigente del CDU, con la complicità di chi doveva difenderla e si è arreso alle convenienze.Siamo stati traditi tutti noi che siamo qui.E allora riprendiamoci la libertà di agire, ricostruiamo una casa più grande, dove possa sventolare il nostro vessillo. Portiamo avanti il nostro programma con le nostre idee, con la nostra gente.Difendiamo la nostra storia così come avevamo difeso lo scudo crociato nel 1994 con laceranti scissioni quanto c’era chi si rifugiava sotto l’ombrello berlusconiano come Casini e chi rinnegava la nostra storia cercando una discontinuità infinita fino ad annegare nel partito socialista europeo.Oggi Fioroni si accorge che l’elettorato cattolico rifiuta questa scelta!E, quel che è peggio, nella cultura del personalismo renziano che lo porta ad esaltare il grandioso risultato della legge elettorale che non è una nota di merito ma di demerito perché è peggiore della legge Acerbo del regime fascista. L’Italicum è uno scempio costituzionale; è una vergogna!!!. Pone barriere all’ingresso, blocca l’esistente, garantisce un bipolarismo che non c’è per trasformarlo in bipartitismo forzato, vuole mettere una camicia di forza al sistema.E’ un furto di democrazia perché i voti non sono uguali, quelli che valgono di più o meno.Per contrastare il disegno dobbiamo mobilitarci promuovendo un comitato referendario per l’abrogazione dell’italicum.Presenterò una mozione in tal senso alla conclusione dei lavori del congresso.Cari amici c’è un virus che si sta diffondendo nella società contemporanea, il virus della sondaggiocrazia come ha detto Sartori e della videocrazia. È una miscela pericolosa che porta alla demolizione delle istituzioni rendendole inutili, superflue, costose. La democrazia non si taglia ma si difende,si rafforza, si consolida rendendo efficienti le istituzioni.Il virus si combatte con la politica e la partecipazione!Molti dell’area di centro hanno fatto prevalere posizioni di potere piuttosto che combattere la battaglia.Questo è un congresso aperto senza filtri, libero. Vogliamo riscoprire la politica come motore delle aspettative della società, che include, che non rottama, che costruisce ponti familiari e intergenerazionali. La rete non può sostituire la rappresentanza. Un partito non è un social forum. Non siamo una aggregazione liquida dove stiamo insieme come quelli che lasciano il cappotto al guardaroba per il tempo dello spettacolo teatrale.Noi stiamo insieme per storia, per ideali, per convinzioni, che vogliamo difendere e perseguire.Il governo sottovaluta la situazione e i vincoli europei. Annuncia una manovra che alimenta illusioni, favorisce i lavoratori sindacalizzati ed esclude gli incapienti, i lavoratori delle partite IVA, i senza lavoro, gli autonomi, gli ambulanti. Introduce uno strano concetto di ceto medio più vicino alla sopravvivenza che non riferito ad una classe sociale produttiva che viene penalizzata. Si colpisce il risparmio orientato agli investimenti, vogliono colpire i pensionati.Difendiamo la nostra identità perché affondiamo le radici nel popolarismo sturziano e nell’interclassismo degasperiamo.Riscoprire quei valori del popolarismo significa porre attenzione ai più deboli, ai vessati, agli umiliati. Popolarismo è combattere le ingiustizie, è difendere la libertà; è riformismo;è partecipazione.Non abbiamo visto gesti di solidarietà istituzionale verso quel giovane padre di famiglia titolare di una pizzeria, che si è suicidato per una sanzione perché la moglie lo aiutava.Sono queste le questioni che dobbiamo affrontare a cominciare da Equitalia, per un fisco giusto.Oggi vengono rimpianti gli strumenti per crescita come erano gli istituti di credito speciale, la cassa per il mezzogiorno e le partecipazioni statali.Solidarietà significa fare non ciò che è bene per qualcun altro ma ciò che è bene per tutti noi ha detto Claus Offe, quel noi sta per solidarietà consolidata e identità condivisa. Vogliamo una azione di recupero della partecipazione politica soprattutto dei giovani in una democrazia pluralista.Noi siamo nella famiglia del popolarismo europeo, ma vogliamo cambiare una linea troppo schiacciata sulle tecnocrazie. Va riscoperta la solidarietà e la coesione europea per uno sviluppo armonico di tutte le regioni europee. L’obiettivo è costruire un partito transazionale popolare in cui i cittadini siano protagonisti delle scelte democratiche europee, per costruire un noi europeo che ancora non siamo. Dobbiamo riprenderci il nostro destino.La Chiesa ha saputo guardare avanti; ha scelto la sua guida nella periferia del mondo, in uno stato dove il ceto medio ha vissuto una crisi profonda che lo portava al punto di chiedere sostegno alla Caritas. Credo che il Ppe nella scelta del presidente della commissione europea avrebbe dovuto fare una scelta diversa, non un rappresentante del paese più ricco d’ Europa come il Lussemburgo, che ha il PIL procapite diciassette volte maggiore di quello della Bulgaria.Non è un caso che l’Ungheria ha appoggiato il candidato francese Barnier visto che il peso soffocante, quasi il 40% dell’economia è in mano alla Germania, è quasi una reazione.Prevalgono le furbizie sia esse della Fiat che va in Olanda e a Londra sia di Depardieu che va in Belgio alla ricerca di sistema fiscali più favorevoli. La crisi del mondo contemporaneo ci impone di ripensare il modello di sviluppo troppo schiacciato sulla finanziarizzazione, recuperando invece i principi della economia sociale di mercato che combina i valori della libertà individuale, della solidarietà e della sussidiarietà, un capitalismo umano e una economia al servizio delle persone. Parlare dell’uomo come ci ha ricordato ieri Don Tommaso Stenico significa declinarlo su ogni aspetto della vita, dalla sanità alla giustizia, dal fisco alla produzione, dall’ambiente fino alle istituzioni.Ricominciamo dall’uomo in economia significa anche un nuovo punto di incontro tra capitale e lavoro con la partecipazione dei lavoratori al destino delle imprese attraverso regole trasparenti. Cari Amici,quando con Mario Tassone abbiamo cominciato a riflettere se dopo una vita vissuta in politica valesse la pena rimettersi alla stanga non abbiamo avuto esitazioni.Dobbiamo dare ai giovani che sono qui l’entusiasmo di riscoprire la politica, quell’entusiasmo che ci è stato trasmesso.Ricominciamo dall’uomo è la sintesi di chi siamo, di con chi stiamo, di dove vogliamo andare.Il congresso odierno non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza per superare la diaspora, fare ammenda degli errori, rinunciare a qualcosa, mettersi in gioco per favorire una più ampia riaggregazione per ricostruire una presenza nella società e nelle istituzioni, per raggiungere una massa critica che ci consenta di contare, di far sentire la nostra voce.Voglio essere uno di voi, uno di noi.Possiamo ancora scrivere una pagina importante della storia dei democratici importante se ritroveremo l’unità per partecipare al gioco politico, per difendere i nostri valori, altrimenti saremmo solo spettatori ai margini del campo di gioco.Domani cari amici è un anniversario importante per tutti noi e per voi Mario e Marco in particolare.Ricorre infatti il trentaseisimo anniversario della strage di via Fani. Rivolgiamo un pensiero alla memoria di Aldo Moro e della sua scorta, vittime del terrorismo che si sono sacrificati per la democrazia del nostro paese.
Roma, 14 – 15 marzo 2014la registrazione audio dell’intervento di Maurizio Eufemi si trova nel sito di Radio Radicale all’indirizzo:http://www.radioradicale.it/scheda/406026/ricominciamo-dalluomo-iv-congresso-nazionale-dei-cristiani-democratici-uniti-2-ed-ultima-giornata   Chi vuole la rinascita della Dc. Speranze, delusioni e progetti del Cdu di Tassone15 – 03 – 2014 Edoardo PettiLa formazione guidata da Mario Tassone punta a creare un’ampia aggregazione cattolico-popolare. E lancia l’idea di un referendum abrogativo dell’Italicum. 
È nato l’embrione di una nuova DC? L’interrogativo sorge spontaneo analizzando lo svolgimento e l’esito del 4° Congresso nazionale dei Cristiani democratici uniti celebrato allo Sheraton Hotel di Roma. Un’iniziativa in cui ogni elemento visivo, gesto e parola sprigionano lo spirito e l’atmosfera della Democrazia cristiana
Una forte impronta democratico-cristiana Sul palco campeggia il simbolo dello Scudo Crociato con i volti di Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi. E negli interventi aleggiano l’opera e l’insegnamento di Aldo Moro. L’assemblea richiama più volte la visione dei padri fondatori popolari dell’Unione Europea, l’umanesimo cristiano contro l’egemonia della finanza e dell’economia, la stella polare del PPE alternativo ai populismi e al Partito socialista europeo. L’avversione per Renzi e per il maggioritario È in nome di questi riferimenti che le assise del CDU ricordano le gravi violazioni delle libertà fondamentali perpetrate dal governo chavista in VenezuelaCon lo stesso bagaglio ideale manifestano avversione per il “cinismo incarnato da Matteo Renzi nel liquidare l’esperienza del governo di Enrico Letta”, e ribadiscono l’ostilità verso la stagione maggioritaria avviata nel 1994 e culminata nel meccanismo di voto approvato dalla Camera. Legge “che al contrario del proporzionale con preferenze mortifica la rappresentanza e la libertà di scelta dei parlamentari”.Gli ostacoli sul cammino della rinascita democratico-cristiana sono presenti nello stesso mondo cattolico. Perché il Congresso del CDU certifica in modo plastico una rottura traumatica con l’Unione di centroUna rottura e tanti interrogativi. La scintilla che la sancisce è l’ipotesi, avanzata da AgenParl e confermata da Renzo Lusetti, di una lista unitaria per le elezioni europee tra UDC, Centro democratico di Bruno Tabacci, Popolari per l’Italia diMario Mauro con l’esclusione del Nuovo Centro-destra di Angelino Alfano.Scelta che avrebbe provocato un vivace confronto tra Lorenzo Cesa e Pier Ferdinando Casini, contrario all’estromissione della formazione guidata dal vice-premier. E che archivia la creazione di un soggetto politico unico dell’area popolare per il rinnovo dell’Assemblea di Strasburgo nell’orizzonte di una nuova casa conservatrice e moderata. Provocando di riflesso lo smembramento dell’alleanza liberal-popolare che ha alimentato una tempesta nell’inquieta galassia dell’ALDE La partecipazione di una parte del mondo DC .L’unico punto fermo nella strategia dei Cristiani democratici uniti è il rifiuto del rapporto con Forza Italia in una riedizione della Casa delle libertà. Curioso rovesciamento storico, visto che la causa scatenante dellacostituzione del CDU nel 1995-1996 fu la spaccatura del Partito popolare attorno all’alleanza con la creatura politica di Silvio Berlusconi. La priorità ora è riunire la platea più ampia di gruppi e realtà di orientamento democratico-cristiano. Lo testimonia la partecipazione al congresso di Publio FioriGianni FontanaAlberto AlessiLuisa SantoliniClemente MastellaMarco Follini e Gerardo Bianco e Renzo Lusetti.
 Ricomporre la diaspora popolare
 È l’ex “fratello nemico” Gerardo Bianco, segretario del PPI all’epoca della scissione, a porreall’assemblea l’interrogativo di fondo: esiste lo spazio per una presenza incisiva dei cattolici democratici nella vita pubblica italiana prigioniera di un generale impoverimento politico-culturale? La risposta secondo l’ex parlamentare risiede in un ripensamento critico degli errori compiuti da tutti i democratici-cristiani negli anni Novanta. Compresi gli artefici del CDU, che per opera di Rocco Buttiglione scelsero l’accordo con il Cavaliere, “figura aliena dall’esperienza cattolico-popolare”. Più fiducioso nel futuro è il ragionamento di Marco Follini, convinto che un forte riferimento democratico-cristiano possa costituire l’antidoto a una spirale plebiscitaria fonte di vane speranze e di cocenti delusioni. A suo giudizio è necessario recuperare lo spirito del Convegno di Camaldoli  e del ceto dirigente cattolico del dopoguerra, animato da un forte senso della missione internazionale dell’Italia, dal valore della coesione nazionale, dall’idea di società aperta, mobile e non notabilare-censitaria. Prospettiva, spiega l’ex segretario dell’UDC, che non può  ripresentarsi sotto le bandiere della nostalgia ma deve interpretare l’opinione pubblica inorridita dalla parabola di Berlusconi e riluttante a rintanarsi nell’orbita del PSE
 Perchè Junker in Europa? A scagliarsi contro il vertice dell’UDC e contro Casini “per aver distrutto il patrimonio democratico-cristiano a causa della fame di potere, delle ambizioni personali, e di candidature improbabili come quella di Magdi Allam e Emanuele Filiberto”, è Maurizio Eufemi. Ma i bersagli polemici sono numerosi. Rivendicando l’orgoglio dell’identità cattolico-popolare contro l’annullamento del cristianesimo sociale e democratico nel socialismo europeol’ex parlamentare del CDU punta il dito contro “la personalizzazione politica incarnata da Renzi, responsabile di una manovra fiscale che favorisce i lavoratori dipendenti sindacalizzati e colpisce investimenti produttivi e pensioni. Oltre a essere l’artefice del furto di democrazia chiamato ItalicumUn meccanismo di voto, rimarca Eufemi, peggiore della legge Acerbo che aprì le porte al regime fascista: “Perché calpestando le istituzioni rappresentative, punta a imporre il bipartitismo fondato su videocrazia e sondaggiocrazia, tipico di forze politiche liquide sviluppate nella Rete”. È in virtù di queste valutazioni che il CDU contesta la scelta compiuta dal PPE di candidare Jean Claude Junker, “esponente del ricco e privilegiato Lussemburgo”, alla guida della Commissione UE. E rilancia i valori originari dell’europeismo democratico-cristiano: economia sociale di mercato, capitalismo umano e solidale fondato sulla partecipazione dei lavoratori al destino delle imprese.
 Un leader antico e nuovo Artefice del rilancio del CDU a costo della rottura con l’UDCè Mario Tassone. Rivolgendosi “ai vertici dell’Unione di centro che hanno tradito la parola data e i valori originari evitando di essere presenti al Congresso e agli amici ex PPI che hanno scelto di farsi inglobare nel PD entrato nel PSE”, l’ex vice-ministro dei trasporti parte da una consapevolezza: “Tutti i democratici-cristiani oggi sono sconfitti. Perché quando la storia ci diede ragione nella vittoria contro il blocco sovietico-comunista, altri ne approfittarono emarginando le culture popolari e privilegiando la svendita della coscienza”.È per tale ragione che egli accetta di candidarsi a segretario del CDU per un arco di tempo brevissimo, “necessario per trovare al nostro interno un giovane espressione del fermento rinnovatore del cattolicesimo popolare”. Proposta che la platea accoglie per acclamazione. E all’unanimità approva due mozioni. La prima chiede un incontro con con Junker per chiarire il programma del PPE nella campagna elettorale europea. La seconda mira a promuovere un referendum abrogativo dell’Italicum.

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