Convegno: “Costituzione e legge elettorale”
Roma, 5 marzo 2014; h. 9,30 – 14,00
Camera dei Deputati – Auletta dei Gruppi parlamentari – Via di Campo Marzio 76 (leggi l’invito)
Costituzione e legge elettorale In questa legge elettorale sembra prevalere più la data della entrata in vigore piuttosto che i contenuti. Se nel biglietto da visita che è, poi, la relazione Sisto che accompagna l’italicum si arriva a strumentalizzare le parole Aldo Moro alla legge de Gasperi Scelba del 1953, allora, le cautele sono d’obbligo. Qui infatti il premio può scattare con il 35 per cento e non con il 50,1 quindi una maggioranza relativa che si trasforma in assoluta. Tutto ciò in un quadro aggravato dal forte astensionismo che attraversa oggi il corpo elettorale. Lo sbarramento viene combinato con lo sbarramento del 4,5 per cento (secondo le intese non ancora formalizzate) annullando intere rappresentanze senza scorporo dei voti apportati alla coalizione dai partiti che non raggiungono la soglia elettorale.Non viene previsto il divieto di candidature multiple su tutti i collegi così si perpetuerá il gioco delle opzioni e non si eviterá senza la introduzione delle preferenze, il malcostume dei nominati. Molti voti sarebbero un conferimento gratuito senza incidenza nella coalizione, “cancellando diversitá e articolazioni della nostra vita politica e nell’ambito stesso della maggioranza che permettere di togliere ogni mortificante uniformitá della maggioranza” come affermò Aldo Moro. Vi sono rischi che il sistema degeneri così come avvenne con il fenomeno della desistenza rispetto al Mattarellum. Per raggiungere più agevolmente la soglia del premio di maggioranza, i leader dei partiti più forti non faranno fatica a incoraggiare liste o listarelle senza speranza, voti gratuiti rispetto all’alternativa di contrattare qualche posto sparso. I partiti dovrebbero andare da soli, come ha affermato il prof. Sartori, per evitare maggioranze false. C’è poi la questione dei collegi. Su questo il Parlamento è stato tagliato rispetto a quanto previsto dal Mattarellum con la commissione parlamentare, con esperti presieduta dal Presidente dell’Istat, nella definizione compiuta dei criteri socio- economici e in ordine alla popolazione che è aumentata di 3,5 milioni di abitanti, con contrazione demografica in alcune regioni. Potrei portare gli esempi proprio di Firenze e di Torino. La soppressione del Senato, così come indicato e la sua trasformazione in Camera di secondo livello, pone una serie di problemi in particolare sulle funzioni, sulla revisione costituzionale riferita all’articolo 138, sulle autorithies con le perplessità manifestate in modo puntuale da Manzella, in ordine a meccanismi delicati quali i rapporti tra Regolamenti e fonti legislative, sulla elezione del CSM e della Corte costituzionale e dello stesso Presidente della Repubblica. Andreotti nel 2005 vedeva il pericolo di creare un “ectoplasma con un lieve turismo interno di presidenti di regione o di altri (i sindaci) che vi parteciperanno di tanto in tanto”. V’è la suggestione del monocameralismo. Il bicameralismo perfetto si può abbandonare, trasformando la seconda camera in quella per la legislazione europea, delle autonomie delle grandi formazioni sociali come auspicava Dossetti.Il Presidente del Consiglio ha affermato che il Senato non dovrá votare i bilanci, ma la politica di bilancio si compone dei saldi di finanza pubblica che devono essere garantiti a livello di consolidato nazionale e delle regole di ripartizione degli stessi saldi. Ci deve essere un raccordo. C’è un unicum tema patto di stabilitá interno, scelte di perequazione e legge di stabilitá, che verrebbe spezzato senza un raccordo e una interconnessione. Dunque ci si avvia alla eutanasia del senato. Viene imposto un criterio economicistico, ma la democrazia non si taglia. Si corregge. I tagli sarebbero modesti. Molta spesa è incomprimibile. Certamente non è quella ipotizzata di 1 md di euro. Non vogliono indulgere su amarcord felliniani ma due aspetti meritano un ricordo. Nel 1981 venne in Senato da Amintore Fanfani, lord Hailshan di St. Marylebon presidente Camera dei lords. Si pose l’interrogativo: quale deve essere una seconda camera in un sistema moderno?.Deve riflettere le funzioni per le quali l’organismo viene eletto senza violare il principio della universalitá dei diritti, della rappresentatività, del completamento del lavoro sui codici, ma soprattutto non essere impotente e dotato di poteri reali per farsi ascoltare. Quelle indicazioni andrebbero sapientemente attualizzate rispetto alla armonizzazione della legislazione europea sia nella fasce ascendente che discendente, al rapporto tra legislazione statale e regionale, alle funzioni di controllo. IL Senato dovrebbe far funzionare il motore legislativo bene attraverso un regolatore di velocità o di lubrificanti idonei. Nel 1975 Bianco presentò una p.d.l. Con la riduzione del numero dei parlamentari si raggiungerebbero fortissime economie non solo un migliore rapporto eletti/ abitanti che passerebbe a 122 mila, migliore di quello tedesco rispetto ad una popolazione di 83 milioni e 699 parlamentari. Con il monocameralismo si avrebbe alterazione del corpo politico legislativo, dittatura maggioranza con Parlamento che diventa mediocre canale di decisioni prese altrove, ha scritto efficacemente Manzella. Abbiamo bisogno di un parlamento funzionante, con razionalizzazione delle attivitá con alcune materie bicamerali e altre monocamerali se approvate a maggioranza assoluta, con possibilità di richiamo su specifiche materie. Un Parlamento con la previsione di una Camera con 380 membri e un Senato con 185 porterebbe ad un totale 565 membri quindi un numero inferiore perfino alla Camera che si vuole tenere in vita e al complesso dei parlamentari della Germania. Si determinerebbero notevoli concreti risparmi di spesa. Quale sarà dunque il destino dell’articolo 138 rispetto alla revisione dell’impianto costituzionale; con quali regole sarà governato il procedimento se viene imposto un monocameralismo maggioritario in cui si afferma la dittatura della minoranza andando ben oltre i pericoli percepiti alla Costituente da Tosato sull’assolutismo democratico?.Cerchiamo di non accompagnare il Senato al suicidio assistito. Roma, 7 marzo 2014 —————————————————————–La costituzione e la legge elettorale è stato il tema del convegno promosso dalla associazione ex parlamentari. La condanna del parlamentarismo è la condanna della democrazia affermò Kelsen. Si è svolto mentre nell’aula di Montecitorio si affrontava il cosiddetto italicum dopo gli ultimi accordi politici che hanno mutato il quadro politico. Che senso ha ormai affrontare una legge che riguarda il solo sistema della camera se non si affronta la riforma costituzionale del senato dopo l’annuncio della soppressione e trasformazione in camera delle autonomie di secondo livello senza conoscere allo stato legittimazione, funzioni e competenze. Sono stati posti in luce i rilievi di ordine costituzionale rispetto al principio di rappresentanza e proporzionalità. Una legge che fa acqua da tutte le parti e che merita correzioni profonde. Si forza oltre misura il sistema rispetto ai principi costituzionali del pluralismo e della rappresentativitá. Un monocameralismo come quello ipotizzato non porta solo all’assolutismo democratico come ipotizzato da Tosato alla Costituente, ma con questa legge elettorale, alla dittatura della minoranza. La sondaggiocrazia sta portando il Paese alla oclocrazia con tutti i rischi conseguenti. ![]() |