L’EURO E LA SFIDA CULTURALE

L’EURO E LA SFIDA CULTURALE

È bene che un personaggio cone il Prof. Bagnai trovi ampio spazio televisivo e arrivi al grande pubblico per divulgare un pensiero controcorrente rispetto alla assenza di posizioni critiche sulla grande stampa troppo schiacciata sulle posizioni europeiste fine a se stesse anche per i condizionamenti proprietari ed editoriali.  

Ed è un bene che arrivino al grande pubblico non gli spot di Grillo, ma i ragionamenti di un docente universitario che si confronta con analisi non superficiali, ma frutto di metodo e di ricerca. E questo è maggiormente apprezzabile. Ma sulla puntata di ieri di Servizio pubblico va fatta un’altra considerazione. La televisione di nicchia come La7 vince con la qualitá dell’approfondimento rispetto ai grandi network e la stessa Rai come servizio pubblico, e vince soprattutto con un tema ardito sul piano della scelta del tema  televisivo e con personaggi non troppo conosciuti.
La seconda considerazione è che un docente come Bagnai, espressione della universitá Gabriele D’Annunzio di Pescara  che potremmo definire minore o periferica come quella abruzzese, ma non sul piano della qualitá si confronta e vince la partita con le grandi universitá pubbliche e private che con i loro rappresentanti nel governo e nelle istituzioni sono stati espressione di una dottrina economica che ha orientato le scelte politiche infauste. I risultati sono sotto i nostri occhi. Finalmente vengono aperti dai più. Viene fatta chiarezza non solo sugli effetti dell’euro sul sistema Paese-Italia,  ma sulle politiche adottate che hanno provocato quella deflazione che solo pochi economisti aveva per tempo compreso.
Cito tra tutti il Prof. Giulio Sapelli con il suo scritto “l’inverno di Monti” inteso come il gelo che sarebbe sceso sulle nostre attivitá economiche. Potrei anche ricordare perfino il Prof. Guarino che con grande sapienza giuridica ha dimostrato le violazioni operate nel processo di costruzione dei trattati e la loro illegittimitá.
Il momento critico della svolta viene fissato dal Prof. Bagnai nell’anno 1997 quando nella fase di avvicinamento all’euro furono fissati i parametri che, poi, furono chiusi, nel 1998 con i concambi. Non va dimenticato che nell’ottobre 1998, rifondazione comunista fece cadere il governo Prodi, nacque il governo D’Alema con il determinante apporto di Cossiga. Le vicende internazionali non furono estranee a quel passaggio politico.
I nodi stanno finalmente venendo al pettine. Le basi fondative dell’Europa comunitaria erano lo sviluppo armonico e la solidarietá. Una Germania ricca e dominante non serve  è all’Europa nè a se stessa. Troppe asimmetrie economiche  portano alla crisi. È necessario intervenire rapidamente per correggere la rotta che non può essere affidata al pilota automatico. Si può finire sugli scogli.
Le elezioni europee del 2014 possono essere una occasione di chiarimento prima del semestre europeo a guida italiana. Il chiarimento sará tanto più efficace quanto più saremmo capaci di trovare convergenze  con i paesi dell’area mediterranea, facendo fronte comune nei confronti della Germania. Il chirarimento passa anche all’interno delle grandi famiglie politiche europee.


Ps – ai giovani che  interloquivano con il Prof. Bagnai e  che rappresentavano la ondata migratoria intellettuale in GB e che esaltavano il rispetto di quel paese europeo nei loro confronti, forse qualcuno avrebbe dovuto ricordare che le regole semplificate di quel paese valgono anche per i licenziamenti e che bastano 24 ore per chiudere i cassetti e preparare gli scatoloni alla lehman brothers. Il modello sociale europeo è una grande conquista. Non rinneghiamolo.

Roma, 15 novembre 2013

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