E alla fine l’UDC rimase senza rappresentanza regionale in Piemonte
Dopo l’uscita di Franco Guida prima e di Deodato Scanderebech nei giorni scorsi, l’UDC rimane senza rappresentanza regionale in Piemonte. Non è cosa insignificante. E’ il risultato finale della scelta verticistica di allearsi con il PD e di puntare alla elezione di Mercedes Bresso alla Presidenza attraverso il ticket con Teresio Delfino, già sottosegretario alla Istruzione del ribaltone con il Governo D’Alema nel 1998 e già sottosegretario all’agricoltura con Alemanno Ministro nel Governo Berlusconi 2001-2006.
L’elettorato piemontese non gradisce questa facile mutevolezza dei comportamenti politici. Non si può stare alla opposizione di Mercedes Bresso per una legislatura e poi diventarne alleati in quella successiva. Le persone portano avanti le politiche ma soprattutto i propri valori, la propria storia personale, i propri convincimenti. Tutto ciò non può essere cancellato con un tratto di penna. Il distacco dei dirigenti fortemente rappresentativi nell’elettorato come Scanderebech è la naturale conseguenza di operazioni di potere combinate a progetti di ingegneria politica che faticano ad essere recepiti e realizzati in un contesto che esige chiarezza politica e coerenza di comportamenti.
L’operazione politica piemontese, per le forti spinte laiciste di Mercedes Bresso è in controtendenza e per certi versi inspiegabile, rispetto ai recenti approdi all’UDC di esponenti del mondo cattolico fuoriusciti dal PD. Quello che emerge è il disegno dell’UDC di puntare al gioco delle sostituzioni tra centro e periferia per rinvigorire il rapporto con i quadri regionali e per soddisfare esigenze di ricambio che si combinano con la scelta di progressiva marginalizzazione della la componente ex CDU per sostituirla con parti della ex Margherita. E’ una profonda mutazione genetica del partito di Casini più spostato ormai sul centrosinistra.
La mossa di Scanderebech ha annullato quella di Via due Macelli di portare Delfino in Piemonte liberando il seggio di parlamentare perché il caso vuole che proprio Scanderebech sia il primo dei non eletti nel collegio Piemonte due. Per l’UDC al danno si aggiungerebbe la beffa. Che farà ora Teresio Delfino manterrà il ticket oppure si cambierà strategia?. La vera partita politica per l’UDC si giocherà in quattro regioni, oltre al citato Piemonte, in Liguria, Basilicata e Marche, nelle regioni in cui è stata fatta in modo chiaro la scelta di centrosinistra. E ‘ in queste regioni che si misurerà quanto elettorato ha seguito Casini nella alleanza con il PD. Del resto l’arrivo di esponenti del PD ha margheritizzato l’UDC e porrà per Casini più problemi di quanto non si possa credere.
Quale è il senso della candidatura Paola Binetti nella Regione Umbria in una battaglia di testimonianza, in una Regione piccola e con numeri elettorali ridotti, se non quello di sbandierare i valori cattolici periferizzandoli anziché spenderli nel gioco grande di Regioni importanti. E’ come sostenere se i cattolici umbri non fossero sufficientemente rappresentativi! E allora se si vuole portare la battaglia valoriale fino in fondo perché non candidarla in Piemonte bilanciando in modo serio e credibile il laicismo di Mercedes Bresso?
Roma, 17 febbraio 2010