Intervento per dichiarazione di voto sulla tabella delle entrate fiscali

Intervento per dichiarazione di voto sulla tabella delle entrate fiscali

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUFEMI (UDC). Signor Ministro, la sua replica non ci ha convinto. Finalmente abbiamo potuto ascoltarla direttamente, dopo le sue estemporanee esternazioni dei giorni scorsi, non nelle sedi parlamentari ma in occasione di contatti con i media che lei privilegia. Ma non è su questo che voglio parlare. Voglio soffermarmi sulla sua recente affermazione che le tasse sono bellissime: fatta nello studio televisivo di Lucia Annunziata mezz’ora dopo l’orario usuale per il pasto avrà sicuramente contribuito a mandarlo di traverso a molti italiani. (Applausi dal Gruppo FI).

Che le tasse siano bellissime forse è dovuto al suo eccezionale senso estetico; il problema a questo punto non è se sono bellissime, ma l’uso che di esse si fa e voi ne state facendo un uso così apprezzato dai nostri cittadini contribuenti che sono finiti in massa a sostenere le sparate di Beppe Grillo, che hanno alimentato l’antipolitica e la cultura delle caste. In questo senso, dobbiamo ringraziarla per averci consentito di arricchirci in tema di caste e di sperperi delle caste, che – a quanto sembra – non sono solo quelle degli uomini delle istituzioni ma anche del mondo dei media.

A questo punto dobbiamo ringraziare l’ottimo lavoro del Servizio studi del Senato, che ha illuminato di immenso, come avrebbe detto Ungaretti. Oggi l’onorevole Tremonti ha provocatoriamente detto, non senza fondamento, che l’esercizio provvisorio sarebbe positivo per i conti pubblici, tant’è che i saldi programmatici sono peggiori del dato tendenziale, che quella sarebbe la migliore finanziaria. Condivido, allora, quanto affermato ieri da Nicola Rossi sulle colonne di un grande quotidiano nazionale, di risparmiarci le prediche, perché lei non ha mancato di farci un’ulteriore predica. È questa l’utilità di spendere i tesoretti – ammesso che esistano sul serio – di fronte ad un debito pubblico in crescita in valori assoluti come quello italiano? In tutto il mondo, quando si è voluto combattere l’evasione e portarla a livelli fisiologici si sono abbassate le aliquote, si è introdotto il conflitto di interessi, si è allargata la base dei contribuenti. Naturalmente, si è provveduto contestualmente a ridurre le spese correnti e quindi si è ridotto il fabbisogno mensile e lo stock di debito.

Tutto il contrario – non rida, signor Ministro – di quanto avete fatto voi che avete dilapidato queste maggiori entrate fiscali. (Applausi dal Gruppo FI). Signor Ministro, una lettura attenta delle entrate non porta alle conclusioni della sua relazione, un misto di filosofia mal digerita. Le conclusioni sono ben altre, infatti, perché non ha tenuto conto di questi elementi.

La relazione contiene una stima del sommerso del 18 per cento che appare ottimistica. Se la Banca mondiale stima in 300 miliardi l’anno il sommerso italiano, ne deriva che sarebbe ben superiore. I 23 miliardi di maggiori entrate da recupero dell’evasione introitati nel 2006-2007 appaiono pertanto una percentuale ancora troppo esigua rispetto all’ammontare complessivo.

Le entrate tributarie della pubblica amministrazione sono cresciute del 3,1 per cento nel 2005 e del 10 per cento nel 2006. Occorre però leggere in modo corretto tale incremento. Infatti, analizzando l’andamento recente della crescita economica, si nota, nel 2005, la presenza di un dato anomalo, con un tasso di crescita del PIL molto basso, pari allo 0,2 per cento, mentre è dell’1,9 per cento nel 2006 riportandosi sui valori in linea degli anni precedenti al 2005. Ne consegue, signor Ministro, che la variazione 2006 sul 2005 delle poste fiscali risente in misura notevole di questo forte recupero della crescita 2006 rispetto alla fase di stanca dell’anno precedente. Il 2005 rappresenta la peggiore performance di crescita degli anni 2000. Usarla quindi come base di calcolo diventa fuorviante. Il recupero del PIL nel corso del 2006 contiene una ripresa sufficientemente sostenuta dei consumi delle famiglie, il che può avere innescato una pressione sulla domanda aggregata. Come conferma di questi andamenti, nel 2006 l’inflazione misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo è stata superiore al deflattore implicito del PIL (2,2 contro 1,8).

Pertanto, il carattere di eccezionalità dell’aumento delle entrate tributarie è in parte dovuto ad un rigonfiamento dei valori nominali. Il positivo andamento delle entrate tributarie ha caratterizzato anche gli altri Paesi europei e quindi non appare un fenomeno solo nazionale.

Nel 2006 le entrate tributarie sono cresciute del 12,3 per cento in Germania, del 7,4 per cento in Francia, del 5,7 per cento in Spagna (dati EUROSTAT). Se osserviamo tuttavia i dati relativi alla crescita economica nel 2005 e nel 2006 negli stessi Paesi, rileviamo che in Germania si è passati dallo 0,9 al 2,7 per cento, in Francia dall’1,7 al 2 per cento, in Spagna dal 3,5 al 3,8. L’entità degli incrementi delle entrate sembra dipendere fortemente dalla dinamica del ciclo economico, dato che le maggiori variazioni sulle entrate si sono registrate nei Paesi che hanno avuto un forte incremento di crescita, come la Germania. Se, inoltre, teniamo conto della maggiore inflazione italiana rispetto alla Francia e alla Germania, quantificabile in 30-40 punti base, il dato di una migliore performance italiana nel confronto europeo non appare così evidente.

Il gonfiamento delle basi imponibili dovuto all’inflazione non è mai menzionato nel suo documento, quando invece ha un ruolo importante nel determinare il gettito. La restituzione del fiscal drug riporterebbe il gettito su livelli fisiologici per le famiglie italiane e ridurrebbe l’azione redistributiva tra i contribuenti onesti e quelli opportunisti. Inoltre, va ricordato come il gettito proveniente dalla lotta all’evasione sia puramente contabile: gli incassi provenienti dai ruoli, cioè l’effettivo introito di cassa, derivante dal processo di accertamento fiscale, misurano solo un residuo contabile tra bilancio di competenza e di cassa.

Ad oggi, l’Agenzia delle entrate non è in grado di stabilire l’effettiva entrata di cassa proveniente dagli accertamenti fiscali. Occorre allora un migliore coordinamento all’interno dell’Agenzia e tra Agenzia e Ministero, per stimare gli effettivi introiti derivanti dalla lotta all’evasione, i tempi di riscossione e la percentuale di crediti in sofferenza. In conclusione, signor Ministro, la performance italiana sul gettito tributario 2006 è sovrastimata, in seguito ad un effetto nominale che incide maggiormente sulle entrate tributarie rispetto al PIL, ad un gradino di crescita nel passaggio dal 2005 al 2006, che incide sulla dinamica delle entrate in misura preponderante rispetto ad un effettivo recupero dell’evasione e – nel confronto internazionale – ad una maggiore inflazione italiana, di cui lei non ha tenuto conto. Per queste ragioni e considerazioni, esprimo il netto voto contrario sulla Tabella dell’entrata, perché mi rifiuto di prendere in giro gli italiani attraverso frasi ad effetto e demagogiche come quella da lei pronunciata, quando ha sostenuto che le tasse sono bellissime. (Applausi dai Gruppi UDC, FI, AN e DCA-PRI-MPA).

PRESIDENTE. Metto ai voti, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, l’articolo 1, con l’annessa tabella. Dichiaro aperta la votazione. (Segue la votazione). Proclamo il risultato della votazione mediante procedimento elettronico: Senatori presenti

313 Senatori votanti

312 Maggioranza

157 Favorevoli

160 Contrari

152

Il Senato approva.

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