6ª Commissione permanente – SCHEMA DI PARERE SUL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA
6ª Commissione permanente – SCHEMA DI PARERE SUL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA RELATIVO ALLA MANOVRA DI FINANZA PUBBLICA PER GLI ANNI 2008-2011 (PROPOSTO DAI SENATORI EUFEMI, CANTONI, COSTA, VENTUCCI, CURTO, FRANCO Paolo, BALBONI, FLUTTERO, FIRRARELLO, BETTAMIO E PIONATI)
La 6a Commissione Finanze e tesoro,
esaminato il Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2008-2011;
premesso che: tale documento sottende ad una impostazione strategica quasi da “fine legislatura”, in quanto appare di breve respiro oltre che oggetto di dure reprimende da parte dell’UE e del FMI; viene vulnerato il percorso di correzione dei conti pubblici e conseguentemente delle riforme strutturali poiché rivede l’obiettivo di indebitamento netto per il 2007 fissandolo al 2,5 per cento del Pil; contemporaneamente, il decreto-legge n. 81/2007 “affiancato” al DPEF, con una manovra di carattere espansivo, comporta un chiaro peggioramento del deficit per ben 6,685 miliardi di euro, pari allo 0,4 per cento del Pil, in quanto il decreto azzera i pochi risparmi prodotti dalla Legge Finanziaria per il 2007;
molte partite di spesa già maturate non sono state inserite nel DPEF perché ne manca il presupposto giuridico, così come è privo di indicazioni rispetto agli interventi che si intendono adottare per attuare le correzioni previste nel triennio 2009-2011:
il DPEF 2008-2011 presenta nel complesso un quadro della situazione di finanza pubblica da cui emerge, chiaramente, la conferma che la politica fiscale adottata dal centro destra nella passata legislatura ha contribuito alla ripresa economica del Paese registrata nell’ultimo anno e ad un sensibile aumento del gettito fiscale, contribuendo in tal modo ad un miglioramento della situazione di finanza pubblica;
nello scenario di ripresa economica in atto di cui si avvertono i segnali anche in altri Paesi dell’area UEM, l’Italia si colloca su valori di crescita tendenziali decisamente più limitati rispetto a quelli degli altri Paesi fondatori a conferma della strada ancora lunga da percorrere sulla via delle riforme di liberalizzazione dei mercati e di incentivazione della concorrenza;
rilevato l’altissimo livello raggiunto dalla pressione fiscale che si cifra al 42,8 per cento per il 2007 per stabilizzarsi oltre il 42 per cento alla fine del quadriennio 2007-2011, determinando un livello insopportabile per la competitività delle imprese, per le famiglie e per i contribuenti;
valutata altresì la ripetuta violazione dello statuto del contribuente in ordine alla irretroattività delle norme tributarie;
ritenuto che:
la messa a regime del catasto patrimoniale, anziché dei redditi, suscita fortissime preoccupazioni anche per l’impossibilità, per i contribuenti, di impugnare le tariffe d’estimo e di verificare la loro congruità davanti al giudice terzo, affidando la decisione finale sulle rendite catastali ai comuni;
risultano assenti le quantificazioni per i prossimi rinnovi contrattuali e non vengono fornite indicazioni circa le specifiche iniziative di riduzione della spesa;
risulta completamente assente la “questione previdenziale” sia rispetto alla finestra di opportunità sia rispetto all’equilibrio previdenziale di lungo periodo (che tenga conto dell’andamento del tasso di natalità, delle aspettative di vita, del tasso di dipendenza degli anziani sopra i 65 anni, della crescita della spesa pubblica, del vincolo di bilancio) per i riflessi sulla finanza pubblica e sulla spesa sociale;
non vengono fornite indicazioni, inoltre, sia sulle eventuali risorse da destinare alla trattativa in corso sull’aumento dell’età pensionabile (c.d. “scalone”), le quali dovrebbero essere reperite nell’ambito del sistema previdenziale, sia quali risorse possano essere ritenute nell’ambito delle “nuove iniziative”;
mancano indicazioni sulle determinanti del maggiore gettito realizzato nel 2006, che costituisce la base revisionale per il 2007 e gli anni successivi, nonché i risultati dell’attività di contrasto all’evasione, atteso che la Legge Finanziaria 2007 limita esclusivamente a tale componente la possibilità di utilizzo del maggiore gettito;
in ordine alle modalità applicative della nuova disciplina legislativa in materia di studi di settore appare necessario un chiarimento rispetto agli impegni assunti dal Governo, fermo restando che è sempre necessario chiarire se le stesse siano suscettibili di influenzare il livello di gettito acquisibile rispetto a quello preventivato dal Governo;
in tema di politica fiscale, la riduzione del cuneo contributivo e l’adozione di interventi incisivi volti ad elevare il reddito effettivamente disponibile delle categorie a basso reddito, costituiscono i corretti principi su cui deve basarsi la politica tributaria di un Governo che abbia a cuore gli interessi del Paese;
per le piccole e medie imprese sono necessarie misure volte ad alleviare il carico tributario gravante su di queste;
una seria politica di contrasto all’evasione fiscale non può essere disgiunta da una attenta valutazione degli effetti che questa potrebbe avere su interi settori e comparti contraddistinti, ormai già da qualche anno, da una grave crisi di riconversione ai nuovi standard di mercato (artigianato e servizi alla persona), per i quali, alla carenza di efficienza dei servizi pubblici alle imprese si aggiunge una politica fiscale vessatoria dovuta alla impostazione assunta dagli studi di settore, passati da strumenti di mera selezione dei contribuenti da sottoporre a controllo a veri e propri metodi di determinazione presuntiva del reddito, in dispregio del principio costituzionale della capacità contributiva;
esprime parere contrario, sollecitando l’impegno del Governo
al pieno rispetto delle norme relative allo Statuto del contribuente, evitando l’introduzione di norme tributarie con effetto retroattivo e a rafforzarne l’autonomia del garante del contribuente, dotandolo di adeguate risorse umane e finanziarie;
a procedere verso una più forte semplificazione fiscale, riducendo gli adempimenti fiscali e soprattutto migliorando la efficienza della amministrazione Finanziaria, in particolare nei collegamenti telematici con gli intermediari fiscali, come dimostrato dalle inefficienze riscontrate nella recente scadenza fiscale del 9 luglio 2007;
a rispettare la autonomia del Corpo della Guardia di Finanza;
ad operare una radicale correzione degli indirizzi di politica economica, finalizzandola al rinnovamento del Paese, nel senso di un deciso rafforzamento della sua posizione competitiva e della liberalizzazione di settori e comparti sinora caratterizzati da protezioni e limiti all’accesso di nuovi operatori, prescindendo da interventi microsettoriali di stampo punitivo e concentrando, invece, l’azione sui grandi servizi a rete, nonché intervenendo sui conglomerati industriali partecipati dallo Stato che spesso operano in regime di monopolio e che quasi sempre determinano maggiori oneri a carico della finanza pubblica;
alla adozione di dispositivi di riordino della spesa pubblica in grado di operare il contenimento della componente corrente, mediante una efficace e costante azione di riduzione di quella improduttiva e degli sprechi, responsabilizzando i centri di spesa. L’azione dovrà operare mediante una radicale revisione dei fattori critici
individuabili a monte della crescita inerziale della spesa, riconducibili alle dinamiche sinora registrate dalla spesa nei comparti del pubblico impiego, pensionistico, sanitario e degli enti decentrati, i cui risultati dovranno essere prioritariamente rivolti alla riduzione della pressione fiscale sulle famiglie e le imprese;
a sostenere il federalismo fiscale, dando attuazione, attraverso un percorso partecipato e graduale, ad un sistema di federalismo basato su criteri di autonomia, responsabilità e solidarietà fiscale degli enti territoriali, invertendo i criteri sui quali si basa il recente disegno di legge approvato dal Governo;
ad affrontare il fenomeno della evasione fiscale in modo serio, concreto ed efficace, attraverso la introduzione del principio del contrasto di interesse tra i vari soggetti di imposta e con un forte impegno nel contrasto alla concorrenza sleale, alla contraffazione, alle importazioni clandestine, alla tutela del Made in Italy sia industriale che agricolo e nella sicurezza alimentare;
a stabilizzare alcuni regimi fiscali in agricoltura (Irap e imposte di registro e ipotecarie), nonché ad attuare misure fiscali già previste nella Finanziaria 2007;
a compiere ogni sforzo utile nella elaborazione di strumenti di agevolazione fiscale per le famiglie. In particolare, per quelle con molti componenti minori di età ed anziani, ivi compresa l’adozione graduale del cd. “quoziente familiare” ai fini di imposizione del reddito, in aggiunta ad ogni incentivazione (deducibilità delle spese sostenute, detrazioni etc.) per la formazione della famiglia e per la formazione e il mantenimento dei figli, sia sul piano delle spese per l’istruzione che per la cura della salute fisica e psichica nel senso di una sana crescita dei fanciulli.