Interrogazione in 6a Commissione (Finanze e Tesoro), relativa agli aggravi derivanti alle famiglie numerose dall’aliquota IRPEF

Interrogazione in 6a Commissione (Finanze e Tesoro), relativa agli aggravi derivanti alle famiglie numerose dall’aliquota IRPEF

in base alle previsioni della Finanziaria sul potere impositivo dei Comuni,

Interviene il vice ministro dell’economia e delle finanze Pinza.

EUFEMI – Ai Ministri dell’economia e delle finanze e dell’interno. –

Premesso che: il comma 142 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, prevede che i Comuni possano disporre la variazioni dell’aliquota di compartecipazione dell’addiziale all’IRPEF e nello stesso comma è prevista la facoltà per i Comuni di “stabilire una soglia di esenzione in ragione di specifici requisiti reddituali”; in relazione a quanto già era emerso in sede parlamentare – per quel poco che ne è stato consentito il dibattito, tenuto conto degli stretti tempi concessi, per aver imposto il Governo la questione di fiducia sulla legge finanziaria – circa i deleterii effetti sulla tassazione soprattutto per quelle famiglie che hanno notevoli detrazioni per carichi di famiglia, in quanto, come è noto, l’addizionale IRPEF si applica sul reddito imponibile al lordo delle detrazioni; nel dibattito parlamentare era anche emerso che la trasformazione delle deduzioni dall’imponibile in detrazioni di imposta ha effetti distorsivi, non solo sulle addizionali previste per la finanza locale, ma anche su tutti quei benefici (sanità, scuole, servizi sociali, eccetera) parametrati ai redditi imponibili,

si chiede di conoscere: quali misure si intendano adottare in sede di vigilanza sull’attività impositiva dei Comuni per evitare che, oltre all’aumento dell’aliquota dell’addizionale IRPEF, vi siano ulteriori aggravi per le famiglie numerose, come emerge da puntuali studi effettuati dalla stampa economica specializzata, e se a tali fini non si intendano fornire ai Comuni direttive in merito alla prevista “soglia di esenzione stabilita dal citato comma 142”; quali attività il Governo intenda porre in essere perché sia rispettata da parte degli Enti locali territoriali la disposta “invarianza del gettito” in relazione al carico fiscale dell’ICI per effetto della revisione degli estimi catastali.

All’interrogazione n. 3-00416, presentata dal senatore Eufemi, risponde il vice ministro PINZA, sottolineando che il quesito posto concerne le misure che il Ministero intende adottare, in sede di vigilanza sull’attività impositiva dei comuni, per evitare che le nuove modalità di imposizione dell’addizionale comunale IRPEF determinino un aggravio per le famiglie, e, in secondo luogo, le attività che si intendono intraprendere perché sia rispettata, da parte degli enti locali, la disposta “invarianza di gettito” in relazione al carico fiscale dell’ICI per effetto della revisione degli estimi catastali. Al riguardo, precisa innanzitutto che la variazione in aumento dell’aliquota di compartecipazione dell’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche è solamente una facoltà, il cui esercizio è demandato alla potestà regolamentare dei comuni, con la conseguenza che la temuta crescita della pressione fiscale non si verifica automaticamente, ma dipende dalle scelte che l’ente locale decide di adottare. Per quanto concerne le misure di vigilanza sull’attività impositiva dei comuni, rileva che detti poteri sono stati ormai implicitamente abrogati dalle intervenute modifiche legislative e costituzionali, salvo la facoltà, per il Ministero dell’economia e delle finanze, di impugnare dinanzi al TAR i regolamenti sulle entrate tributarie per vizi di legittimità. Per quanto attiene, invece, all’invarianza di gettito dell’imposta comunale sugli immobili, derivante dalla revisione degli estimi catastali, precisa che, secondo l’Agenzia del territorio, non sono in atto revisioni generalizzate degli stessi. Osserva poi che la disposizione recata dall’articolo 4 del disegno di legge n. 1762, all’esame presso l’altro ramo del Parlamento, prevede il conferimento al Governo di una delega per la riforma del sistema estimativo del catasto dei fabbricati, al fine di favorire il progressivo miglioramento dei relativi livelli di perequazione, trasparenza e qualità, nonché il recupero dell’evasione e dell’elusione nel settore immobiliare. Tra i principi e criteri direttivi ai quali dovranno uniformarsi i decreti legislativi di attuazione, viene espressamente indicata l’introduzione di meccanismi volti ad assicurare una sostanziale invarianza del gettito complessivo delle imposte erariali e comunali aventi per base imponibile i valori o i redditi immobiliari derivati.

A giudizio del senatore EUFEMI (UDC) la risposta fornita non tiene conto degli ulteriori aggravi fiscali discendenti, per i nuclei familiari numerosi, dall’aumento delle aliquote addizionali, senza alcuna precisazione in ordine alla soglia di esenzione che i comuni avrebbero facoltà di stabilire in ragione di specifici requisiti reddituali. In generale, ritiene che la manovra di finanza pubblica per il 2007 impostata dal Governo sia stata errata e penalizzante per le famiglie numerose, criticando in particolare il passaggio dal sistema delle deduzioni fiscali a quello delle detrazioni di imposta, che, tra l’altro, non incide minimamente sulla cosiddetta linea della povertà. Ritiene, altresì, che l’incremento della pressione fiscale sia anche da correlare all’assenza di una concertazione tra il Governo e gli enti locali. Per quanto riguarda la revisione degli estimi catastali, sugli effetti penalizzanti di tale riforma, riepiloga i motivi di preoccupazione espressi in precedenza, evidenziando, tra l’altro, che occorre tener conto anche di iniziative come il nuovo classamento di circa 120.000 unità immobiliari site nel comune di Napoli: tale operazione, a suo avviso, è di vasta portata e mira indubbiamente all’aumento della pressione fiscale. Sulla determinazione delle aliquote di compartecipazione all’Irpef, cita, a titolo di esempio negativo, le decisioni assunte da numerosi enti locali nel senso di aumentare, in modo eccessivo, le misure precedentemente previste. Sottolinea inoltre la difficoltà di applicare il criterio dell’invarianza del gettito in relazione al carico fiscale dell’ICI per effetto della revisione del sistema estimativo. Complessivamente, rileva che le scelte impositive assunte in ambito locale presentano tuttavia un indubbio rilievo dal punto di vista nazionale. In conclusione si dichiara insoddisfatto della risposta ricevuta.

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