Parere contrario della 6ª Commissione permanente al bilancio di previsione proposto dal Governo

Parere contrario della 6ª Commissione permanente al bilancio di previsione proposto dal Governo

SCHEMA DI RAPPORTO PROPOSTO DAI SENATORI EUFEMI E PAOLO FRANCO SULLO STATO DI PREVISIONE DELL’ENTRATA (DISEGNI DI LEGGE NN. 1184, 1184-BIS E 1184-TER- TABELLE 1, 1-BIS E 1-TER) (LIMITATAMENTE ALLE PARTI DI COMPETENZA) E SULLE PARTI CORRISPONDENTI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1183

La Commissione 6a,

esaminato lo stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per l’anno finanziario 2007, nonché le parti corrispondenti del disegno di legge finanziaria;

la manovra di bilancio, come rilevato dalla corte dei conti ha privilegiato le misure sull’Entrata studi di settore, lotta all’evasione e all’elusione, riordino dei redditi di capitale e di natura finanziaria (maggiori entrate per 28,6 miliardi di euro) rispetto a correzioni strutturali della spesa e una sua riqualificazione e il rinvio di talune riforme di sistema, soprattutto nella previdenza e nel pubblico impiego;

premesso che,

la decisione di bilancio per il 2007 predisposta dal Governo fuori da ogni logica di concertazione si caratterizza fragile e incerta nell’obiettivo di risanamento, iniqua per i ceti medi produttivi, i lavoratori autonomi e le piccole e medie imprese, rischiosa per la crescita economica, per assenza di interventi strutturali o il rinvio di riforme di sistema, come quella previdenziale e del pubblico impiego, rilevando una sostanziale debolezza certificata dalla prevalenza delle entrate (fiscali, parafiscali e contributive nonché addizionali locali e di scopo) rispetto all’ammontare complessivo di 34.700 miliardi di euro;

lo squilibrio nel rapporto entrata-spesa è confermato dal giudizio negativo delle società di rating sulla capacità dell’Italia di conseguire gli obiettivi di risanamento dei conti pubblici e il declassamento del rating, in assenza di interventi strutturali determina una crescita dei tassi di interesse che si ripercuoterà pesantemente sui costi finanziari delle imprese e delle famiglie e sulla struttura economica del Paese;

vanno sottolineati i risultati conseguiti nell’esercizio 2006 in termini di maggiore gettito e in termini di fabbisogno di cassa disceso da 69 a 44 miliardi di euro nei 9 mesi del 2006 a dimostrazione delle gravi ed errate valutazioni della due diligence della Commissione Faini predisposta dal Ministro dell’Economia e delle finanze;

le misure fiscali colpiscono pesantemente il sistema delle PMI, le imprese artigiane con il rischio di soffocare la ripresa produttiva sostenuta da questi importanti comparti;

Il governo ha varato una manovra con scelte ideologiche, sbagliate e classiste. L’impatto della manovra sul mondo produttivo si traduce in benefici per le medie e grandi imprese – 0,9 mentre misurato sul “costo dei lavori” indicatore di competitività evidenzia una crescita dello 0,5 per cento per le piccole imprese e dello 0,8 le micro imprese. Colpire la piccola impresa e il lavoro autonomo significa colpire il cuore produttivo del Paese.

Non si tiene conto della necessità di modificare il regime della tassazione delle donazioni e successioni in modo da salvaguardare prioritariamente i passaggi generazionali soprattutto delle PMI e le imprese artigiane con una franchigia adeguata in presenza di continuità nell’esercizio dell’attività di impresa;

valutato che

sul piano istituzionale si tende a svuotare il ruolo del Parlamento in tutte le fasi della decisione di bilancio;

Si pone allora la esigenza di rivedere le regole sulla contabilità di stato modificando la legge 468/78 e la 363/88 nonché le norme regolamentari che disciplinano la sessione di bilancio, riprendendo i lavori già svolti nella XIV^ legislatura. Realizzare compiutamente il sistema SIOPE che consente alla Ragioneria Generale dello Stato un efficace monitoraggio dei flussi di finanza pubblica sia di entrata che di spesa di tutti i soggetti della Pubblica amministrazione; Il Gruppo UDC a tale riguardo ha presentato uno specifico progetto di riforma (A.S. 34 );

la manovra assume una fisionomia spiccatamente classista con una artificiosa indicazione di classe media o di ricchezza che non coglie assolutamente la realtà socio-economica del Paese;

La riforma IRPEF dimostra chiari limiti né affronta il problema del quoziente familiare, che appare meritevole di attento approfondimento. Interessa principalmente la classe media. Non tocca le fasce realmente povere della popolazione né la platea degli incapienti; L’incidenza sulla linea della povertà è di 0,10 passando da 11,89 a 11,79 per cento; penalizza i pensionati, ricompresi negli incapienti; Non incide in modo apprezzabile nel sollevare le fasce più esposte della popolazione come intendeva il Governo; si rivolge alla platea dei contribuenti premiando i lavoratori dipendenti con figli a carico ma trascura gran parte degli autonomi e delle famiglie realmente povere e dei pensionati.

Sono stati adottati strumenti invasivi con impatto su conseguenti e costosi adempimenti organizzativi costretti a ruolo di supplenza della Amministrazione finanziaria;

La lotta alla evasione va affrontata in modo serio ed efficace, attraverso lo strumento principe che è quello del contrasto di interessi, recuperando un forte clima di fiducia tra cittadino e Stato, tra contribuente e amministrazione finanziaria;

una valutazione dei doveri fiscali non può prescindere da una precisa distinzione tra problemi reali e metodologie di contrasto alla evasione con un disegno strategico appunto che appronti rimedi moderni dentro l’ordinamento tributario nel rispetto dei diritti del contribuente e non lo snaturamento di istituti tipici quali la sostituzione di imposta, la responsabilità solidale, effettività del reddito tassabile;

sugli scontrini fiscali sono state assunte posizioni contrastanti e contraddittorie. Portare in detrazione una vasta gamma di operazioni fiscali non è un fastidioso adempimento, ma un modo corretto ed efficace per combattere quella evasione fiscale che non ha giustificazione morale perché determina altresì l’accesso ai servizi pubblici e al Welfare sociale a svantaggio di chi ne ha realmente bisogno;

Il governo ha privilegiato strumenti di azione antievasiva inefficaci;

infatti gli strumenti proposti in tema di lotta alla evasione fiscale mostrano forte disomogeneità e asistematicità, non assumendo come obiettivo fondamentale quello di dotare la amministrazione finanziaria e la guardia di finanza in particolare di nuovi strumenti per combattere la evasione fiscale attraverso l’adeguamento delle strutture e delle dotazioni informatiche degli uffici.

Il modus operandi della Amministrazione non può selezionare gli interventi, finendo per colpire sempre i soliti noti, colpevoli nella gran parte dei casi, di inadempimenti soltanto formali senza conseguenze sostanziali sull’entità dei tributi dovuti;

l’evasione è generalizzata e riguarda direttamente e indirettamente tutto il mondo del lavoro, compresa quindi la produzione illegale, i soggetti senza partita IVA e coloro che svolgono un secondo lavoro;

il commercio deve fronteggiare il vasto e diffuso fenomeno dei prodotti contraffatti sia di importazione che di produzione interna facendo fronte alla illecita concorrenza;

sui provvedimenti fiscali si registra ripetutamente la violazione dello Statuto del contribuente e quindi lesionata la prospettiva di un rapporto tra cittadino e fisco caratterizzato da collaborazione e fiducia;

occorre salvaguardare il principio di irretroattività delle disposizioni tributarie sostanziali, onde evitare tanto conseguenze inique e inutilmente vessatorie nei confronti dei contribuenti quanto insuperabili difficoltà operative per gli intermediari fiscali;

l’introduzione del sistema telematico dei pagamenti fatti a fronte di cessione di beni o di prestazioni di servizio, penalizza pesantemente tutti i cittadini che non sono titolari di un conto corrente bancario o di carte di credito di pagamento o sono titolari di conti correnti cosiddetti forfetari per cui per ogni operazione viene addebitato il relativo costo. Ne trarranno benefici i gruppi bancari con costi aggiuntivi per la generalità dei cittadini privati della libertà di decidere gli strumenti di pagamento e disagi per la popolazione più anziana e per quella residente nelle aree interne del paese;

non si interviene con la scelta radicale di introdurre nel sistema tributario, in modo forte e deciso il principio del contrasto di interessi con un allargamento delle spese detraibili dai contribuenti con attenzione alle spese per la famiglia, per la vita familiare, per la cura delle persone, anche attraverso la previsione di franchigie predeterminate per facce di reddito e per categorie delle spese;

la introduzione del conflitto di interesse non può prescindere da una riduzione dell’aliquota IVA per taluni beni ed una elevazione dell’aliquota della detrazione fiscale, rendendo efficace il meccanismo e conveniente ad una delle parti l’assolvimento dell’obbligazione fiscale favorendo altresì la emersione del sommerso;

non si perfezionano e generalizzano gli studi di settore, conferendo agli stessi affidabilità, trasformandoli in una sorta di minimum tax e prevedendo norme repressive esclusivamente per i contribuenti che non si adeguano agli imponibili determinati da tali studi, senza garanzie di sicurezza per il contribuente che raggiunge il livello di ricavi di studi revisionati esposto ad accertamenti induttivi attribuendo valore di presunzione legale;

non appaiono giustificate le scelte operate in materia di in detraibilità dell’IVA sulle auto aziendali e in materia di leasing immobiliare, con effetti retroattivi che violano i principi dello statuto del contribuente e che porteranno a complicati adempimenti tributari con maggiori costi ed effetti nella redazione dei bilanci;

non viene introdotto il regime sostitutivo per i redditi derivanti dalla locazione di immobili con imposta sostitutiva con aliquota al 12,50 per cento per allargare la base imponibile e ridurre considerevolmente la area di evasione del settore;

non si introduce un sistema di detrazione del regime IVA pari al 50 per cento dell’IVA detraibile per gli acquisti di autovetture per le imprese in analogia alle disposizioni relative alle persone ed ai professionisti che consideri tali messi beni strumentali, penalizzando quelle imprese che utilizzando gli autoveicoli totalmente e esclusivamente per fini aziendali;

l’abbandono in materia di riforma del catasto di criteri oggettivi e unitari gestiti a livello nazionale attraverso l’attività dell’Agenzia del territorio, apre la strada a comportamenti differenziati tra comuni e comuni che prevedendo una revisione delle tariffe d’estimo e di classamento avrà conseguenze negativi su tutti i proprietari di immobili;

il trasferimento dei fondi inoptati del TFR all’INPS incide sulla struttura patrimoniale delle imprese, produce maggiori costi finanziari delle imprese, determinati dalle differenze tra autofinanziamento e ricorso all’indebitamento; sarebbe stata preferibile la introduzione di una franchigia generalizzata per tutte le imprese con oltre 50 dipendenti evitando penalizzazioni delle imprese, rispetto alla loro crescita dimensionale;

l’operazione TFR oltre che costosa per le imprese è di ostacolo alla previdenza integrativa; l’anticipo di un anno è inutile se non è accompagnato dalla riforma; sorgono problemi di bilancio per la compensazione delle aziende;

il cuneo fiscale rappresentato come punto di forza della politica economica governativa opera in modo poco incisivo, gli effetti per le imprese non sembrano liberare risorse sufficienti per renderle competitive;

la irresponsabile politica attuata sulle grandi infrastrutture e sulle direttrici europee, rischia di compromettere la realizzazione di progetti essenziali per lo sviluppo del Paese, tra i quali in particolare quelli relativi alle grandi direttrici Torino-Lione e Palermo-Berlino, – con il rischio di perdere i finanziamenti europei – di cui il Ponte sullo Stretto rappresenta una sfida competitiva in termini di tecnologie e di ricerca;

all’aumento delle aliquote contributive per il settore artigiano si aggiunge l’aumento della contribuzione per l’apprendistato, che seppure corretto, penalizzano lo strumento più efficace di accesso al lavoro e nella formazione professionale;

viene eluso il problema della rideterminazione dei premi INAIL versati dal comparto artigiano nonostante i risultati di gestione e la assurda sperequazione tra contribuzioni e prestazioni;

si introducono imposte di scopo innalzando l’aliquota ICI, anziché prevederne la abolizione seppure distinguendo per le piccole case, per face di reddito per zone censuarie per tipologia abitativa;

in relazione alla grave crisi finanziaria del Gruppo Ferrovie dello Stato sia in ordine all’indebitamento che ai programmi di investimento, appare indispensabile rivedere la intera struttura societaria, riducendo il numero delle società controllate e partecipate rendendo trasparente il bilancio consolidato, legando il quadro tariffario a scelte aziendali orientate alla riduzione degli sprechi e alla efficienza di un servizio rispettoso degli utenti;

una manovra che privilegia le entrate, anziché la riqualificazione della spesa rischia di compromettere una fragile ripresa economia che richiede invece azioni di consolidamento e di rilancio;

una azione correttiva e orientata prevalentemente al prelievo è destinata ad incidere in senso maggiormente depressivo sulla crescita economia;

esprime

PARERE CONTRARIO

FINANZE E TESORO (6ª)

MERCOLEDÌ 29 NOVEMBRE 2006 39ª Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente BENVENUTO

Interviene il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze Tononi.

La seduta inizia alle ore 15,15.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Proposta di nomina di un componente della Commissione nazionale per le società e la borsa – Consob. (n. 14) (Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, ai sensi dell’articolo 1, comma 3, del decreto-legge 8 aprile 1974, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 giugno 1974, n. 216, nonché dell’articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14. Esame. Parere favorevole)

Interviene poi per dichiarazione di voto di astensione il senatore EUFEMI (UDC), il quale sottolinea che la presenza in aula dell’opposizione è la chiara espressione della cultura delle istituzioni che ne ha sempre improntato la condotta, diversamente da quanto accaduto nella passata legislatura, rispetto agli atteggiamenti ostruzionistici dell’opposizione di allora. In termini più generali esprime a nome del proprio Gruppo, disagio per il complessivo atteggiamento del Governo che tende a evitare il più possibile il confronto politico nelle aule parlamentari. Tale circostanza non contribuisce certo, secondo l’oratore, a rendere trasparenti gli orientamenti del Governo rispetto ai rilievi critici mossi dall’opposizione. Per quanto riguarda la proposta in esame, ritiene che l’eccessiva stringatezza del curriculum presentato impedisca un’approfondita valutazione delle qualità professionali del candidato proposto. Tuttavia, dichiara l’astensione del proprio Gruppo, unicamente per la consapevolezza che la nomina del quinto componente è necessaria a garantire il corretto funzionamento della Consob. In chiusura si associa alle parole di cordoglio espresse dal presidente Benvenuto nella seduta del 23 novembre per la scomparsa del senatore Enzo Berlanda, già presidente della Commissione Finanze e tesoro del Senato, ricordandone le qualità umane e le doti politiche.

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