Interrogazione sulla situazione penitenziaria in Piemonte

Interrogazione sulla situazione penitenziaria in Piemonte

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni. Avverto che, su richiesta dell’interpellante, l’interpellanza 2-00072, con procedimento abbreviato, ai sensi dell’articolo 156-bis del Regolamento, sull’attività ispettiva svolta presso la procura di Catanzaro, primo firmatario il senatore Centaro, è rinviata ad una prossima seduta. Saranno quindi svolte per prime le interrogazioni 3-00063 sulla casa circondariale di Cuneo, 3-00081 sull’Istituto penale per i minorenni «F. Aporti» di Cuneo, 3-00082 sulla Casa circondariale di Torino e 3-00159 sulla Casa circondariale di Biella. Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere congiuntamente a tali interrogazioni.

MANCONI, sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, signori senatori, con riferimento all’interrogazione 3-00063 e, in particolare, all’ordine di perquisizione straordinaria rivolto, in data 15 giugno ultimo scorso, e non, come riferito all’interrogante, tra il 3 e il 9 luglio, dal comandante di reparto della casa circondariale di Cuneo a personale di polizia penitenziaria che aveva da poco terminato il turno di servizio notturno, e con riferimento ancora alla successiva attivazione di procedimenti, disciplinari prima, penali poi, nei confronti di quanti si erano rifiutati di rendere tale prestazione, si rappresenta quanto segue. I precedenti disciplinari a carico degli agenti sono stati archiviati dal direttore dell’istituto in data 19 giugno 2006 in considerazione del divieto di utilizzo per più di sei ore del personale che svolge servizio notturno, ai sensi dell’articolo 9, comma 3, lettera b) dell’accordo quadro nazionale vigente. Pendente la successiva denuncia davanti all’autorità giudiziaria degli agenti da parte del comandante di reparto per supposta violazione dell’articolo 329 del codice penale («Rifiuto o ritardo di obbedienza commesso da un militare o da un agente di forza pubblica»), in data 27 giugno 2006, il provveditore regionale competente, ai sensi dell’articolo 31 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 82 del 1999, ha sollecitato il direttore dell’istituto a sottoporre a procedimento disciplinare il comandante di reparto e a segnalare l’operato dello stesso all’autorità giudiziaria, ravvisando gli estremi di reato previsti dall’articolo 323 del codice penale («Abuso d’ufficio»). Ciò detto, cogliendo lo spirito e la preoccupazione che hanno mosso l’interrogante, si ritiene che nel caso in esame l’operato del provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria non possa in alcun modo essere biasimato.

Con riferimento all’interrogazione 3-00081, relativa all’istituto penale minorenni «Ferrante Aporti», si rappresenta che, riguardo alla mancata corresponsione al personale di polizia penitenziaria di buoni pasto, il dipartimento della giustizia minorile ha assicurato al Ministero della giustizia che si procederà al risanamento delle quote non appena le stesse si renderanno disponibili sull’apposito capitolo di bilancio. Si evidenzia peraltro che nel 2005 le organizzazioni sindacali richiesero che al personale venissero corrisposti i buoni pasto in assenza della mensa obbligatoria di servizio, che è stata istituita con decreto registrato all’ufficio del bilancio in data 11 agosto 2006. Per quanto riguarda il quesito relativo alla mancanza di convocazioni delle organizzazioni sindacali da parte dei responsabili di servizi dell’amministrazione, il dipartimento della giustizia minorile rappresenta che presso l’istituto penale per i minori di Torino si è tenuto un incontro con organizzazioni sindacali in data 30 maggio, cui ne è seguito un altro il 19 ottobre scorso, avente ad oggetto: i criteri per l’indizione di interpello per addetto all’ufficio matricola dell’istituto penale minorenni di Torino; l’organizzazione dei servizi di polizia penitenziaria presso lo stesso istituto. All’esito dello stesso, l’amministrazione ha ribadito la necessità di indire al più presto un interpello per la copertura del posto di servizio di addetto matricola, riservandosi di verificare i requisiti di necessità e urgenza per l’indizione dello stesso. In merito al secondo punto all’ordine del giorno della riunione con le organizzazioni sindacali, l’amministrazione si è impegnata a convocarle per l’inizio del prossimo anno, al fine di confrontarsi sui criteri di assegnazione dello straordinario, in linea con quanto previsto dall’accordo quadro nazionale e dalla circolare attuativa del competente dipartimento. Inoltre, è stata proposta la formazione di una commissione paritetica, con delega al direttore dell’istituto penale minorile, finalizzata all’individuazione di un nuovo modello di organizzazione del servizio della polizia penitenziaria ivi destinata. A questa Commissione sarà delegata l’attività di cui sopra. Detta Commissione sarà formata da componenti delle organizzazioni sindacali e da componenti indicati dall’amministrazione. Con riferimento all’interrogazione 3-00082 si rappresenta quanto segue. La generale carenza di personale di polizia penitenziaria nella casa circondariale di Torino determina difficoltà nel garantire la copertura di posti di servizio essenziali al miglior svolgimento dei compiti istituzionali affidati all’istituto e al suo personale. Ciò nonostante, l’amministrazione penitenziaria esclude che presso la casa circondariale di Torino il personale di polizia penitenziaria espleti doppi turni di servizio. Può accadere che, in casi eccezionali, il personale smontante si trattenga il tempo necessario all’arrivo del personale subentrante nei medesimi posti di servizio, ma queste occasionali difficoltà attengono alla fisiologia dell’organizzazione del lavoro nelle strutture complesse, tanto più quando esse sono gravate dalle carenze di organico di cui si è detto. Per quanto attiene alla liquidazione delle missioni e al rimborso delle spese sostenute dal personale, risulta che la direzione dell’istituto abbia già provveduto alla relativa corresponsione fino a tutto l’aprile 2006, mentre sta predisponendo il pagamento delle spettanze fino all’agosto 2006. In ogni caso, è sempre stata garantita al personale interessato la liquidazione di acconti e anticipi. Circa le difficoltà di approvvigionamento del vestiario, si fa presente che le attività di distribuzione sono state eseguite conformemente alle richieste pervenute compatibilmente con le disponibilità di materiale in magazzino. Laddove le disponibilità immediate fossero insufficienti, l’amministrazione penitenziaria ha predisposto una procedura atta a soddisfare nel più breve tempo possibile le richieste, e risulta che nell’aprile scorso il provveditorato vi abbia fatto ricorso per le necessità degli istituti piemontesi. In merito all’interrogazione 3-00159, accogliendo la sollecitazione dell’interrogante, il Ministero della giustizia ha proceduto a verificare le disfunzioni lamentate nella gestione del personale presso la casa circondariale di Biella. L’amministrazione penitenziaria assicura che le istanze del personale vengono regolarmente protocollate, quale che sia il modo di trasmissione. In particolare, le istanze del personale relative a interpelli e concorsi non solo vengono inoltrate con lettera di trasmissione, ma ai diretti interessati viene rilasciato il relativo numero di protocollo. Quanto ai cambi di turno, la direzione dell’istituto assicura che il personale in servizio ne viene puntualmente informato. Soltanto in due casi, dovuti a mero disguido, non vi è stata tempestiva comunicazione e di ciò l’amministrazione – e il Ministero – si rammarica con gli interessati. Infine, per quanto riguarda l’agente alla quale sarebbero stati negati turni di lavoro agevolati e alla quale sarebbero state imposte prestazioni di lavoro straordinario, la direzione competente riferisce che l’agente in questione gode attualmente di tali turni ed è stata esonerata dal lavoro straordinario.

 EUFEMI (UDC). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUFEMI (UDC). Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Manconi per avere tempestivamente risposto alle nostre sollecitazioni, contenute in un complesso di interrogazioni nel quale veniva rappresentato un disagio rispetto alla criticità degli istituti penitenziari del Piemonte, che certamente il recente indulto non ha migliorato, se non dal punto di vista di una pressione che era diventata eccessiva. Le risposte sono in un certo senso burocratiche, anche se dobbiamo dire che alcune decisioni sono state assunte, seppure con ritardo. Mi riferisco ad esempio al provvedimento assunto nel mese di agosto, quindi successivamente alla nostra sollecitazione, o alla particolare attenzione rivolta alla vicenda della giovane mamma che aveva chiesto turni agevolati. Mi soffermo sull’interrogazione 3-00063, riferita a quanto avvenuto nella Casa circondariale di Cuneo, dove alcuni componenti della polizia penitenziaria avevano disobbedito all’ordine illegittimo (peraltro espresso oralmente, senza ulteriore formalizzazione) di riprendere un nuovo turno dopo solo quattro ore dalla conclusione del precedente, quindi in palese contravvenzione al divieto di impiegare il personale del Corpo nel giorno di smontante. A ciò aveva fatto seguito una denuncia all’autorità giudiziaria. Il responsabile dell’ordine illegittimo, il comandante del reparto, non ha avuto conseguenze, nonostante le sollecitazioni del provveditorato generale, e lei stesso ha detto che non può essere biasimato. Quindi, chi non aveva responsabilità è stato sottoposto ad un’azione vessatoria, mentre chi ha assunto quella decisione non è stato neppure biasimato. Per quanto riguarda l’interrogazione 3-00081, il nuovo dirigente assegnato all’istituto penale per minorenni «Ferrante Aporti» ha convocato la locale rappresentanza sindacale dell’OSAP, ma la situazione di disagio generalizzato che si estrinseca nella mancanza di ogni tutela dei diritti personali e contrattuali, ivi compresa la negazione dei buoni pasti dovuti, lascia sostanzialmente inalterate le ragioni del malcontento, continuando quindi ad aggravare una situazione che non solo è lesiva di diritti, ma che produce anche effetti negativi non secondari sulla gestione delle risorse umane e sul funzionamento dell’istituto.

Per quanto riguarda la questione della Casa circondariale di Torino, da più di un anno perdura la mancanza del rimborso dovuto per le spese sostenute in missione dal personale di polizia penitenziaria, a detrimento delle condizione minime, quindi imprescindibili, a tutela e salvaguardia del lavoro.

Con riferimento alla Casa circondariale di Biella, onorevole Sottosegretario, non si è posto riparo alle condizioni di discriminazione che sono state denunciate, aggravate dall’assoluta indifferenza rispetto alle note di sollecitazione del sindacato alla direzione dell’istituto. Sono in realtà casi diversi, che però non esauriscono un complesso di disfunzioni.

Va segnalata, ancora, la questione della Casa circondariale di Alessandria-San Michele, oggetto di più di un atto di sindacato ispettivo nell’attuale legislatura, il cui provveditore consente di far esercitare ad un direttore di area C2 le funzioni di direzione appartenenti ad area dirigenziale C3, in palese violazione della legge, e lasciando inoperanti ben due dirigenti formalmente e sostanzialmente in grado di assumere quel ruolo.

Il disagio è ben più evidente in Piemonte e Valle d’Aosta, comprendendo anche per taluni aspetti Lombardia e Triveneto, con i casi eclatanti di Brescia e Padova. In tutti questi casi, onorevole Sottosegretario, emerge palesemente l’inerzia, quando non addirittura una controproducente e non giuridicamente accettabile azione dei vertici della struttura penitenziaria che vanno dalla direzione ai singoli istituti, fino a dirigenti di livello regionale. Domandiamo, allora, che cosa aspetta il Governo – e questo aspetto non c’è stato nella sua risposta – a fare degli accertamenti rigorosi e a porsi realmente il problema, come non sembra stia facendo nella sostanza, se non per quei casi che lei ha citato per cose assolutamente minime. Quindi riteniamo, onorevole Sottosegretario, che la risposta dell’esecutivo avrebbe dovuto essere quella di operare una verifica rispetto alla direzione regionale dell’amministrazione penitenziaria, rispetto ad un’area critica, come quella del Piemonte e della Valle d’Aosta, rispetto alla quale non è stato apportato alcun mutamento a livello di dirigenza regionale, né avviata una seria verifica, capace quantomeno di esaminare nello specifico l’azione di chi è responsabile di un andamento generale.

Dunque, rispetto alle questioni dette poi potremmo anche andare a fare un esame di quanto è accaduto con l’effetto di dell’indulto, se c’è stato un miglioramento, un peggioramento della situazione. Certamente dei 24.413 ex detenuti usciti con il provvedimento dell’indulto, già 1.473 sono rientrati per recidiva e di questi addirittura 1.225 in flagranza di reato. Riteniamo che certamente l’indulto ha cercato di dare una soluzione al problema del sovraffollamento delle carceri, però forse non è sufficiente se non vi è la consapevolezza di operare anche per migliorare le condizioni degli istituti penitenziari e anche – e soprattutto – del personale impegnato in questa azione. I segnali purtroppo che vengono dalla legge finanziaria dimostrano una incapacità di affrontare in maniera seria quelle che sono, invece, le criticità che devono essere affrontate sia con misure finanziarie, ma anche con un atteggiamento più forte rispetto a quelle che sono problematiche che non possono essere rinviate, altrimenti quello diventa l’anello debole della catena e avremmo un personale impegnato in situazioni di grande disagio, rispetto alle quali non c’è una soluzione in grado di favorire quello che invece riteniamo debba essere favorito: un’attenzione nuova verso questo personale.

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