Dichiarazione di voto sulla richiesta di fiducia al governo per approvazione decreto Bersani

Dichiarazione di voto sulla richiesta di fiducia al governo per approvazione decreto Bersani

EUFEMI (UDC). Onorevole Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, Senatori, dietro la compostezza della replica del ministro Bersani di stamane non abbiamo ascoltato nulla di propositivo e costruttivo. Nonostante l’atteggiamento responsabile della opposizione il Governo ha rifiutato il confronto, dimostrando di avere paura della sua stessa maggioranza; ha fatto ricorso ancora una volta al voto di fiducia, alla fiducia come regola sistematica, per imporre scelte che rifiutiamo nel metodo e nel merito. Si altera in questo modo il rapporto Governo-Parlamento. Ancora una volta si impedisce di apportare qualsiasi modifica, perfino quelle che riguardano i principi fondamentali dell’ordinamento tributario in linea con lo Statuto del contribuente.

Dietro il falso scudo delle liberalizzazioni, dietro la ricerca di un facile e demagogico consenso, è stata operata una manovra di tipo fiscale dannosa e punitiva per le imprese e pericolosa per i suoi effetti invasivi per i cittadini. Sono stati compiuti perfino errori clamorosi di valutazione complessiva sull’impatto finanziario di alcune norme che denunciano palesemente la vostra scarsa responsabilità e capacità di approfondimento delle questioni reali del Paese.

L’inganno è stato smascherato. Dietro lo schermo della equità fiscale vengono introdotte nuove tasse, maggiore burocrazia per i cittadini, per le famiglie e per le imprese. Dietro le vostre scelte c’è il fallimento del metodo della concertazione, enfatizzato nei programmi e sconfessato nella pratica, almeno quello con i ceti e le categorie reputate “infedeli”. Noi non abbiamo visto una “accoglienza nuova”.

Questo Governo ha avuto paura della piazza, di quella piazza che veniva utilizzata dall’opposizione in passato come strumento permanente per alimentare il conflitto sociale. Altro che pareggio, ministro Bersani. Il Governo ha fatto un precipitoso dietro front sulla questione dei taxi, sulla questione simbolo di una falsa liberalizzazione perché era di competenza dei Governi locali, con una violazione clamorosa dell’articolo 117 della Costituzione (Applausi dal Gruppo FI) in spregio della riforma costituzionale da voi sostenuta, come efficacemente sottolineato ieri dal presidente D’Onofrio, e in violazione delle norme comunitarie sulle professioni. Il ministro Bersani avrebbe dovuto spiegare perché il Sindaco di Roma ha reso operativi solo 8 del 450 taxi deliberati due anni fa, ben prima di questo decreto. (Applausi dai Gruppi FI, AN e UDC).

Il ministro Bersani dovrebbe spiegare perché le tariffe da Fiumicino a Roma sono aumentate da 32 euro a 40 euro. Questi sono gli effetti immediati del suo decreto e di finte liberalizzazioni. Altro che beneficio per i consumatori! Il Governo si guarda bene dal toccare i servizi pubblici locali, come sottolineato dal collega, senatore Ciccanti, dal realizzare vere forme di liberalizzazioni che riguardano i settori dell’energia e del gas, che limitano il mercato e la concorrenza e ingessano il sistema. L’aumento della concorrenza sul mercato dipende soprattutto dalla pubblica amministrazione e dalle politiche che la governano. Non si toccano poi le centinaia di IRI locali, le tante holding di periferia che diventano mezzo efficace di acquisizione del consenso e del potere. (Applausi dai Gruppi FI e UDC).

Presidenza del presidente MARINI (ore 22,28)

(Segue EUFEMI). Va allora introdotto un budget di cassa per controllarne l’efficacia economica e la proliferazione fuori da ogni controllo. Vogliamo sapere se ci si limita al “fumo” oppure si arriva al cuore dei meccanismi che riguardano una reale concorrenza nelle attività di servizio pubblico locale, come evidenziato dal senatore Maninetti, nei settori nevralgici del sistema. Quella sì sarebbe stata l’autentica rivoluzione in favore del cittadini determinando efficaci benefici per i consumatori. Sulla class action, ministro Bersani, cerchi di non avere una visione obliqua. Deve essere vista e accettata come strumento di difesa dei consumatori su tutti i prodotti, non solo su quelli finanziari e verso tutte le imprese, anche verso le multinazionali.

Sì è voluto colpire pervicacemente il mondo delle professioni intellettuali perché nella vostra visione ideologica le ritenete estranee come corpo sociale e dunque le escludete da qualsiasi ipotesi di concertazione. Oggi scegliete la tesi del professionista imprenditore rispetto al professionista garante di valori, in cui crediamo, di natura costituzionale non riconducibili all’impresa. Si vogliono allora colpire i ceti medi produttivi, la piccola distribuzione e l’impresa familiare a vantaggio della grande distribuzione. Avete repentinamente abiurato la manovra sull’IVA che avrebbe determinato effetti dannosi sulle famiglie e sulle imprese, abbellendola all’ultima ora con quella delle facilitazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie.

Non può restare senza risposta, ministro Bersani, quanto accaduto sui mercati finanziari con le speculazioni finanziarie realizzate con la vostra incauta manovra sugli immobili, con un cambiamento di sistema che ha portato a pesanti perdite per i risparmiatori. Non basta chiedere scusa di fronte a 1.400 milioni di euro di danni. (Applausi dai Gruppi UDC, FI, AN). Come si può immaginare la retroattività dell’IVA? Si sarebbero alterati perfino i bilanci delle imprese. Quale certezza giuridica viene offerta al sistema economico? Questa è la vostra approssimazione! Solo pensare queste cose è inimmaginabile, è inqualificabile e non aggettivabile senza scendere nel turpiloquio. Con la discriminante operata tra fondi immobiliari e proprietà immobiliare ordinaria aumenteranno i canoni degli affitti per le famiglie. Avete colpito pesantemente il settore immobiliare; con una manovra fuori dal tempo e con una tassazione insopportabile distruggete lo strumento del leasing immobiliare impedendo di fatto l’ingresso di intermediari immobiliari. Dunque si comprimono le capacità di sviluppo del mercato.

Gli italiani, signor Ministro e signor sottosegretario, sono cittadini onesti! Voi avete introdotto misure fiscali vessatorie, oppressive, con adempimenti burocratici costosi ed invasivi, vere e proprie schedature di massa, da Stato di polizia, che limitano la libertà del cittadini. (Applausi dai Gruppi UDC,FI e AN). Noi dell’UDC abbiamo guardato ai giovani nel momento in cui acquistano la casa. Avete accolto solo in modo parziale la nostra idea sul conflitto di interesse come efficace azione di contrasto all’ evasione fiscale ma in modo corretto e trasparente e con benefici per le famiglie, come dovrebbe essere il rapporto tra fisco e contribuente. Rifiutate l’attuazione urgente e concreta degli studi di settore come strumento fondamentale per affrontare, con equità e imparzialità, la distribuzione del carico fiscale. Il vostro unico obiettivo è ingenerare paura, impedendo ai lavoratori autonomi di poter operare con tranquillità senza sottostare ad inique e vessatorie restrizioni, espressione di un’azione politica dettata da rigurgiti vendicativi verso talune categorie, con effetti opposti a quelli ipotizzati.

Onorevole Presidente, onorevoli senatori, il catastrofismo della maggioranza sui conti pubblici non ha portato a coerenti misure di finanza pubblica. Avete mentito sullo stato dei conti pubblici perché non c’è stata una sola misura di controllo sui flussi di spesa, ma solo maggiore pressione fiscale travestita da equità. La ripresa economica passa per la riduzione delle tasse combinata con efficaci misure strutturali sulla spesa corrente, soprattutto degli Enti locali. Per noi dell’UDC le liberalizzazioni devono essere più ampie; ma soprattutto per essere sostanziali devono essere stabilite in Parlamento, ma per questo dovete acquisire il consenso della vostra composita maggioranza. Voi invece vi sottraete al confronto.

La vera riforma è quella di definire regole semplici perché solo con la semplicità si riduce il potere reale delle corporazioni, mentre operate in senso opposto. La questione più grave è che il governo impone le sue scelte improvvide niente affatto equilibrate, senza alcun rispetto per il ruolo e la funzione del Parlamento. Per queste ragioni esprimo il voto contrario del Gruppo UDC sulla fiducia al Governo.(Applausi dai Gruppi UDC, AN, LNP e FI).

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