Intervento in aula su Finanziaria

Intervento in aula su Finanziaria

Presidenza del presidente PERA, indi del vice presidente MORO e del vice presidente DINI

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico PRESIDENTE. Avverte che dalle ore 16,08 decorre il termine regolamentare di preavviso per eventuali votazioni mediante procedimento elettronico. Seguito della discussione congiunta dei disegni di legge: (3617) Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, recante misure di contrasto all’evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria (Relazione orale) (3614) Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2006 e bilancio pluriennale per il triennio 2006-2008 (Votazione finale qualificata, ai sensi dell’articolo 120, comma 3, del Regolamento) (3613) Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2006) (Votazione finale qualificata, ai sensi dell’articolo 120, comma 3, del Regolamento)

EUFEMI (UDC). È all’esame del Senato una manovra finanziaria responsabile e prudente, che tiene conto delle difficoltà dell’attuale congiuntura ma predispone concrete opportunità di sviluppo futuro senza privilegiare scelte elettoralistiche, come testimoniato dal giudizio del Fondo monetario internazionale. Vengono adottate significative correzioni strutturali del deficit tendenziale; misure per il contrasto dell’evasione fiscale, anche con il coinvolgimento dei Comuni, e di razionalizzazione del sistema della riscossione, che verrà nuovamente gestita dallo Stato; modifiche al regime IVA per impedire l’appropriazione da parte dei contribuenti di imposte da loro stessi riscosse; norme di rafforzamento delle agenzie fiscali delle entrate e delle dogane e di potenziamento della Guardia di finanza. 

Su iniziativa dell’UDC il provvedimento contiene l’importante norma interpretativa in materia di esenzione dall’ICI degli immobili che svolgono attività di assistenza sociale, sanitaria e di istruzione, al fine di evitare disparità di carattere religioso e di estendere una previsione attualmente riconosciuta agli immobili destinati alle medesime attività dalle organizzazioni non governative. 

Di particolare rilievo appaiono anche le previsioni volte a sostenere la famiglia ed incoraggiare la natalità, a razionalizzare i conti pubblici (specie nel sistema delle autonomie) attraverso un nuovo rapporto tra spesa corrente e spesa in conto capitale, nonché le misure tese a valorizzare i distretti industriali, a ridurre il costo del lavoro ed a favorire la diffusione della conoscenza delle tecnologie per l’innovazione, al fine di potenziare la competitività e la crescita del sistema delle piccole e medie imprese. Restano alcune perplessità in ordine alla composizione del consiglio di amministrazione ed ai controlli sulle attività di Riscossione Spa, mentre non sono stati risolti i nodi relativi all’istituzione di un’Autorità per il controllo della spesa pubblica, all’armonizzazione tra rendite finanziarie e aliquote europee, alla regolarizzazione previdenziale, alla salvaguardia degli enti di ricerca e soprattutto ai tagli alla cultura. 

Per queste ragioni deve essere consentito al Parlamento di svolgere, all’interno dei saldi di finanza pubblica, la propria funzione legislativa. Anche la sessione di bilancio in corso ha invece dimostrato il profondo squilibrio del rapporto tra Governo e Parlamento in un processo dominato dal Ministero dell’economia: si rendono pertanto necessarie modifiche delle regole di finanza pubblica ed un passaggio al consolidato pluriennale di cassa della pubblica amministrazione per un più efficace controllo della dinamica dei conti pubblici. (Applausi dal Gruppo UDC e della senatrice D’Ippolito. Congratulazioni).

EUFEMI (UDC). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, affrontiamo oggi la manovra di bilancio per il 2006, l’ultima della legislatura, che non privilegia scelte elettoralistiche, prevalendo il segno della responsabilità e della prudenza. Il senatore Ciccanti è intervenuto stamattina come relatore sul bilancio, illustrandone i dati essenziali; da parte mia, mi soffermerò su altre questioni. Questa sessione di bilancio ha dimostrato come sia profondamente alterato il rapporto tra Governo e Parlamento; uno squilibrio spinto da antiparlamentarismo e che consente di rilevare che la sessione stessa è divenuta un rito ormai inutile da rivedere profondamente. Essa ha fatto emergere come l’intero processo sia dominato dal Ministero dell’economia e dunque sia ineludibile la necessità di affrontare sia una riforma delle regole di finanza pubblica, passando urgentemente al consolidato pluriennale di cassa della pubblica amministrazione, come da noi sollecitato, sia di quelle regolamentari. 

Condividiamo l’intervento del Presidente del Senato di venerdì scorso. Così com’è, l’attuale sistema non serve a nessuno e non regge non solo nei rapporti tra Governo e Parlamento, ma anche rispetto alla dinamica dei conti pubblici, alla necessità di una conoscenza costante dei flussi finanziari di tutti i centri di spesa, sia di governo centrale che di governo locale, che rientrano nel perimetro della pubblica amministrazione. 

Il sistema SIOPE è una scelta importante, irreversibile e bene ha fatto il Ministro dell’economia ad emanare direttive per renderlo operativo nella sperimentazione con 31 enti, implementandolo fino a 2.000 nel 2006, fino all’obiettivo di 25.000 enti nel 2007. Ciò vale soprattutto di fronte all’incapacità di opporsi al fenomeno della spesa sommersa; ciò vale soprattutto per le piccole IRI che, a livello locale, continuano ad espandersi alla velocità della luce, bruciando enormi risorse pubbliche. Questa premessa appariva doverosa insieme all’opportunità di varare un’Autorità per i conti pubblici con piena autonomia istituzionale. Non ci siamo arresi, non mi sono arreso, senatore Morando. Chi certifica il bilancio, la sua impostazione contabile e la sua correttezza non può che venire da organi assolutamente indipendenti. 

Servirebbe ad evitare ogni tipo di polemica su buchi ereditati o lasciati, perché l’armamentario di cui si dispone (nonostante la meritoria azione dei Servizi di bilancio del Parlamento e le relazioni tecniche della Ragioneria generale dello Stato) può non essere sufficiente ad evitare quantificazioni errate sugli effetti finanziari dei provvedimenti. Il decreto-legge che affianca la finanziaria costituisce parte rilevante della manovra di finanza pubblica per il 2006 e contiene significative correzioni di aggiustamento strutturale del deficit tendenziale. 

Un’impostazione coerente, con stime assolutamente prudenziali, come per la lotta all’evasione, con differenza tra cassa e competenza, che avrebbero potuto essere ben più generose rispetto a quelle cifrate, che dimostra serietà ed è la cartina di tornasole che non si tratta di una finanziaria elettorale, così come è emerso dal giudizio del Fondo monetario internazionale, per raggiungere l’obiettivo comunitario del 3,8 per cento. 

Sappiamo bene che le elezioni non si vincono regalando i soldi, ma sui risultati programmatici in termini di riforme serie, incisive, strutturali, che hanno riguardato il mercato del lavoro, il sistema previdenziale, il sistema scolastico e universitario, oltre che naturalmente il sistema delle opere pubbliche. I risultati di riforme strutturali, tuttavia, non possono essere apprezzati dai cittadini nel breve periodo, come è ovvio. 

È stata fatta dunque un’operazione di trasparenza e di correttezza. Apprezziamo l’azione volta a tenere sotto controllo i flussi di finanza pubblica rispetto alle direttrici fissate dal precedente Ministro, che non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati rispetto alla manutenzione della base imponibile, alla cartolarizzazione immobiliare e al controllo della spesa corrente. Ciò richiede di monitorare costantemente gli aggregati di finanza pubblica e la recente direttiva sul SIOPE conferma la bontà di questo progetto, riconosciuta al punto 16 del documento del Fondo monetario internazionale. Sono previste misure significative per il contrasto all’evasione fiscale e misure di razionalizzazione a regime del sistema della riscossione. Di particolare rilievo è il coinvolgimento e l’attribuzione ai Comuni di una quota di partecipazione all’accertamento fiscale, che può dare più forti risultati con una più puntuale, concreta ed efficace attuazione del sistema di comunicazione di informazioni fra Comuni ed uffici finanziari. Il loro coinvolgimento nel delicato meccanismo dell’accertamento tributario potrà consentire loro di trarre benefìci finanziari che saranno tanto più significativi quanto più sarà rilevante il contrasto all’evasione fiscale. 

È un provvedimento coraggioso anche sotto l’aspetto delle informazioni e per l’azione di contrasto soprattutto per il più importante tributo comunale che è l’ICI. Infatti, le rendite catastali determinate dall’Agenzia del territorio rappresentano la base imponibile su cui si applicano le aliquote d’imposta del tributo ICI. Sarà necessario provvedere all’urgente emanazione dei provvedimenti attuativi al fine di consentire ai Comuni di iniziare la propria azione di accertamento e allo Stato di realizzare le previste maggiori entrate. Altrettanto rilevanti sono le modifiche al regime IVA. L’assetto normativo richiede un veloce accertamento nei confronti di quei contribuenti che si appropriano di imposte da loro riscosse. Di qui la necessità di anticipare i tempi di verifica proprio per evitare una situazione di rischio nella riscossione del tributo. Corollari alle sopra descritte modifiche sono le previste norme di rafforzamento delle agenzie fiscali, delle entrate e delle dogane. Abbiamo sottolineato il problema relativo al potenziamento delle strutture della Guardia di finanza. Tale Corpo di polizia, che non trova paragoni negli ordinamenti di altri Stati dell’Unione Europea, è sempre stato la vigile competente sentinella delle entrate dello Stato. 

Nella serata di venerdì un giovane appuntato della Guardia di finanza, Francesco Salerno, è caduto nell’adempimento del dovere a Brandizzo. Si deve a tale istituzione se in questo Paese sono stati sempre monitorati tutti i fenomeni di delinquenza finanziaria che sono riferiti non solo all’accertamento e alla riscossione dei contributi erariali, ma anche a tutte quelle attività che riguardano la tutela dei cittadini e dei loro risparmi, spesso oggetto di aggressione da parte di poco scrupolosi imprenditori o soggetti interessati ad attività finanziarie. Altro punto rilevante del decreto fiscale è la decisione di internalizzare il servizio di riscossione dei tributi, come negli altri Paesi europei, attualmente affidato in concessione. È una scelta sicuramente condivisibile, sia sotto l’aspetto della coerenza, trattandosi di un’attività delicata che non può che essere direttamente gestita dallo Stato, sia sotto l’aspetto dell’efficienza, in quanto il favor fisci consente sicuramente di poter utilizzare strumenti più adeguati, così come si prevede con una più forte collaborazione della Guardia di finanza e l’utilizzo di strumenti conoscitivi più consoni. 

Alcuni rilievi hanno già trovato soluzione con una maggiore chiarezza e trasparenza sull’utilizzo degli advisor, sul fermo amministrativo, sull’allungamento del termine rispetto alla prosecuzione dell’attività di fiscalità locale. Altri invece non hanno avuto esito adeguato, come il mancato inserimento nel consiglio di amministrazione di Riscossione Spa di rappresentanti dell’INAIL e degli enti locali, considerando i riflessi nei confronti di questi due settori, e una più puntuale precisazione sul contratto di lavoro applicato al settore pubblico o al settore del credito. Perplessità sono emerse poi in ordine ai controlli sulle attività di Riscossione Spa, che vengono demandati alla stessa Agenzia delle entrate, instaurando un discutibile rapporto interno tra controllore e controllato. 

Nel confermare il sostanziale giudizio positivo, permangono perplessità nel non aver voluto cogliere l’occasione delle modifiche alla PEX, per introdurre quei miglioramenti, in termini di chiarezza e maggiore trasparenza, relativamente agli IAS che avrebbero determinato maggiore gettito. Ciò al fine di evitare o comunque ridurre i disallineamenti tra valori di bilancio e valori fiscali, realizzando conseguentemente una più agevole gestione delle risultanze contabili, accordando alle imprese il riallineamento dei valori come emergenti dalla prima applicazione IAS, attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva. Il provvedimento contiene poi, su iniziativa dell’UDC, anche l’importante norma interpretativa in materia di applicazione dell’ICI, da noi fortemente sostenuta. Si fa finalmente chiarezza nel segno della volontà del legislatore di fissare elementi ben precisi nell’applicazione della norma di esenzione e non si crea alcuna disparità di carattere religioso. 

Siamo preoccupati per l’insorgere di perplessità interessate, letture superficiali e disinformate, polveroni mediatici, polemiche di forte stampo anticlericale che si sono incautamente spinte fino a mettere in discussione gli Accordi concordatari, che sono accordi della conciliazione, e a porre l’estremo ricatto sull’otto per mille, come se la norma non derivi da una doppia libertà, di detrazione fiscale e di libera scelta del popolo italiano di devolvere una quota di IRPEF. Bene ha fatto un laico come Francesco Forte a sottolineare come i Comuni abbiano voluto negare e vorrebbero negare, agli enti religiosi un esonero dall’ICI, che invece riconoscono alle organizzazioni non governative (ONG), che svolgono le medesime attività di assistenza sociale, sanitaria e d’istruzione e non sono enti della Chiesa cattolica o di altre confessioni religiose. 

La soluzione ha il significato di riconoscere una parità di trattamento sulla base di elementi oggettivi ben precisi, per disciplinare l’esenzione per gli immobili destinati dagli enti non commerciali direttamente alle attività assistenziali e di solidarietà. Non si tratta dunque di un privilegio agli organismi che fanno attività ritenute di servizio pubblico e non dipendono né dall’ARCI, né da un sindacato. In questa manovra viene affrontata nuovamente la questione dei giochi. 

Abbiamo manifestato contrarietà rispetto ad un’allocazione delle macchine da intrattenimento nei supermercati, in locali fuori da ogni controllo, soprattutto con riferimento ai minori e senza alcun rispetto della normativa di pubblica sicurezza. Si intervenga con una correzione adeguata ai rilievi rappresentati. Qui non è questione di emendamenti, ma di buon senso. Si tratta di questioni su cui non vi possono essere incertezze. Circa la valorizzazione dei distretti industriali, la loro definizione in entità giuridica appare positiva, in quanto introduce misure di valorizzazione e di sostegno per favorire la crescita economica sia a livello locale che nazionale. 

La riduzione del costo del lavoro va nella giusta direzione di rendere più competitiva l’impresa rispetto ai concorrenti europei; dovrebbe, però, assumere un carattere pluriennale con la riduzione di un punto l’anno per cifrare l’aliquota contributiva a livello europeo intorno al 27 per cento. Sul piano generale, è forse mancata, dal lato dell’entrata, la determinazione necessaria per operare scelte coraggiose per armonizzare le rendite finanziarie alle aliquote europee. Avremmo preferito privilegiare i risultati di lavoro e di impresa, soprattutto industriale, piuttosto che quelli dei surfisti dell’economia, così come un efficace sistema premiante per i cittadini, affermando una cultura della solidarietà fiscale attraverso il contrasto di interesse, tale da determinare le condizioni per far emergere un sommerso eccessivo che si annida nell’economia e nelle prestazioni professionali, generando concorrenza sleale nel sistema economico e nella competitività delle imprese, oltre che insopportabile ingiustizia fiscale. 

Onorevole Presidente, questa manovra di finanza pubblica ha certo l’obiettivo difficile di porre in sicurezza i dati 2005 e correggere in senso strutturale il deficit tendenziale di oltre un punto rispetto al PIL con una manovra più ampia di quella concordata a luglio. Il nostro auspicio è che l’esame d’Aula sia più concreto di quello di Commissione. Restano alcuni nodi irrisolti. Tra questi, quelli dei tagli alla cultura. La finalità della proposta d’introdurre un’imposta di scopo è soltanto quella di rendere il cinema indipendente in modo che viva senza il sostegno dello Stato. Può essere sintetizzato nella formula “Il cinema per il cinema” in cui tutto il sistema dell’indotto partecipa al sostegno del settore, considerata la criticità del momento, facendolo uscire da una visione assistenziale. Insoddisfacente è la risposta fornita rispetto alla regolarizzazione previdenziale – così come per le misure di efficienza gestionale dell’INPS – che riguarda non solo il settore agricolo, ma anche le imprese rispetto a situazioni di difficoltà nei flussi finanziari, in una fase di bassa crescita. Il progetto di Lisbona è ambizioso, pone la ricerca al centro di scelte strategiche e con interventi innovativi, come la detassazione e il Fondo 5 per mille, ma non bisogna dimenticare i problemi degli enti di ricerca e la necessità di salvaguardare i ricercatori rispetto a tagli indiscriminati, se si vuole combattere la fuga dei cervelli e impedire un impoverimento della società delle conoscenze rispetto a programmi pluriennali che richiedono continuità e non brusche interruzioni. Sia consentito dunque al Parlamento di svolgere all’interno dei saldi di finanza pubblica, all’interno del quadro macroeconomico, la sua funzione legislativa, perché il suo compito non può essere solo quello della ratifica. In tal caso, quarantacinque giorni di sessione sono troppi, ne bastano molti meno. Bisogna però avere il coraggio di cambiare le regole. Nel quadro delle disponibilità e delle compatibilità si è guardato prioritariamente all’impresa, ponendo le condizioni per una più forte competitività e per un più forte sviluppo; si è guardato al sistema delle piccole e medie imprese con interventi mirati sui distretti industriali, come entità giuridiche ed economiche, valorizzandone le peculiarità e le potenzialità di crescita, soprattutto nella fase di internazionalizzazione e globalizzazione, con strumenti innovativi, sensibili per la crescita delle piccole e medie imprese, finanza e capitalizzazione, fisco e burocrazia. L’obiettivo è fare dei distretti la piattaforma di sviluppo e di tenuta della nostra economia. Di particolare rilievo è l’intervento per accelerare il processo di circolazione delle conoscenze per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione, promuovendo l’integrazione tra sistema della ricerca e sistema produttivo. 

Particolare apprezzamento dobbiamo manifestare per le misure di lotta all’evasione, con la partecipazione dei Comuni e il rafforzamento del Patto di stabilità, garantendo flessibilità per le spese di investimento e rendendo senza vincoli la spesa sociale. Le risorse per la famiglia sono state salvaguardate e muovono nella giusta direzione di sostegno e di difesa dei redditi e di incoraggiamento alla natalità, rispetto ad andamenti demografici che devono essere modificati con interventi ancora più intensi e incisivi, soprattutto attraverso strategie di lungo periodo. 

Questa legge finanziaria tiene conto delle difficoltà del presente, ma guarda alle opportunità del futuro; coniuga l’aggiustamento strutturale dei conti pubblici con il sostegno alle famiglie e la riduzione dei costi d’impresa; privilegia la competitività e la solidarietà; pone le condizioni per una crescita più forte difendendo lo Stato sociale, come dimostra il livello della spesa sanitaria. La razionalizzazione dei conti pubblici attraverso un nuovo rapporto tra spesa corrente e spesa di investimento soprattutto per gli enti locali, premiando quelli virtuosi, è condizione indispensabile per liberare le risorse per uno sviluppo più forte ed equilibrato del Paese. (Applausi dal Gruppo UDC e della senatrice D’Ippolito. Congratulazioni)

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