Azionariato Banca d’Italia è pura follia
Roma, 31 ago. (Apcom) – Riformare la Banca d’Italia a partire dal suo azionariato, con il Tesoro che ne rileva le quote “è follia pura e un ritorno indietro: nel 1982-83 è stato già compiuto il divorzio Tesoro-Banca d’Italia e fare una cosa del genere adesso significherebbe tornare indietro di 20 anni. Mi auguro che Siniscalco non pensi davvero ad una follia del genere”. Lo afferma il senatore Udc, Maurizio Eufemi, sottolineando che “l’autonomia della Banca d’Italia va salvaguardata e lo si deve fare attraverso un’eventuale riforma effettuata con decisioni ponderate, razionali e meditate, fuori dal furore in atto in questi giorni e tenendo conto dei trattati internazionali di cui facciamo parte”.
Secondo il senatore centrista, relatore in Senato al disegno di legge sul risparmio, “non ci sarà nessun emendamento al ddl” su Via Nazionale. “La strada che preferiamo – spiega Eufemi ad Apcom – è quella dell’atto di indirizzo parlamentare, cioè una risoluzione parlamentare delle commissioni, che fissi le linee guida della riforma. Il Parlamento fissa delle linee guida e all’interno di queste la Banca d’Italia fa un processo di autoriforma del proprio capitale, tenendo conto dei vincoli che ci sono rispetto al capitale stesso”.
Al momento comunque, riferisce Eufemi, “non è arrivata nessuna indicazione dal governo e non c’è stato nessun contatto. Dobbiamo aspettare il Consiglio dei ministri del 2 settembre per capire cosa intendono fare. La mia idea – osserva – è che non si faccia nulla, a me, infatti, non risulta che il Governatore si dimetta: è in corso una forte campagna mediatica su questo, ma è una cosa folle. Sono tutte chiacchiere agostane che non stanno né in cielo né in terra e che saranno presto dimenticate. Quello che conta sono i passaggi formali e sostanziali: Primo il Cicr con la relazione esauriente ed esaustiva di Fazio, poi la sentenza del Tar e il Consiglio dei ministri”.
Secondo Eufemi, infine, è assurda anche l’ipotesi di anticipare la ripresa dei lavori di palazzo Madama. “Non c’è stata l’invasione della Cecoslovacchia – ironizza – in quel caso, nel 1968, mi pare che il Parlamento sia stato convocato in via straordinaria”. Gab