Intervento su Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari

Intervento su Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari

COMMISSIONI 6ª e 10ª RIUNITE
6ª (Finanze e tesoro) 
10ª (Industria, commercio, turismo)  

Presidenza del Presidente della 6ª Commissione
PEDRIZZI


(3328) Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari, approvato dalla Camera dei deputati, in un testo risultante dall’unificazione dei disegni di legge d’iniziativa dei deputati Armani ed altri; Benvenuto ed altri; Lettieri e Benvenuto; La Malfa ed altri; Diliberto ed altri; Fassino ed altri; del disegno di legge d’iniziativa governativa; dei disegni di legge d’iniziativa dei deputati Antonio Pepe ed altri; Letta ed altri; Lettieri ed altri; Cossa ed altri; del disegno di legge d’iniziativa governativa e del disegno di legge d’iniziativa del deputato Grandi ed altri
 
(2202) PEDRIZZI.  –  Disposizioni sul regime della responsabilita’  e delle incompatibilita’ delle societa’  di revisione  
(2680) PASSIGLI ed altri.  –  Norme a tutela degli investitori relative alla emissione, collocamento e quotazione in Italia di valori mobiliari emessi da societa’ italiane o estere  
 (2759) CAMBURSANO ed altri.  –  Riforma degli strumenti di controllo e vigilanza sulla trasparenza e correttezza dei mercati finanziari  
 (2760) CAMBURSANO ed altri.  –  Nuove norme in materia di tutela dei diritti dei risparmiatori e degli investitori e di prevenzione e contrasto dei conflitti di interessi tra i soggetti operanti nei mercati finanziari  
 (2765) MANZIONE.  –  Istituzione del Fondo di garanzia degli acquirenti di strumenti finanziari  
 (3308) PETERLINI ed altri.  –  Norme in materia di risparmio e di depositi bancari e finanziari non rivendicati giacenti presso le banche e le imprese di investimento  
– e petizione n. 808 ad essi attinente
(Seguito dell’esame congiunto e rinvio) 
 
            Si riprende l’esame congiunto dei disegni di legge in titolo sospeso nella seduta del 18 maggio.
 
Si passa allo svolgimento degli interventi di replica.
 
            Il senatore EUFEMI (UDC), relatore per la Commissione Finanze e tesoro, esprime anzitutto apprezzamento per il lavoro svolto dalle Commissioni riunite, compiuto anche grazie all’acquisizione del punto di vista dei soggetti interessati dal disegno di legge di riforma del risparmio, senza che ciò prolungasse l’iter del provvedimento. Auspica quindi che le Commissioni concludano sollecitamente l’esame del provvedimento, apportando ad esso, peraltro, talune indispensabili correzioni rispetto al testo approvato dall’altro ramo del Parlamento.
            Dopo aver evidenziato  l’ampiezza del dibattito e l’articolazione e rilevanza delle valutazioni svolte dai commissari, respinge le critiche concernenti il ritardo del Parlamento nell’approvare le nuove norme in commento, originate come noto dai  recenti scandali finanziari. Viceversa, rivendica l’impegno da parte della maggioranza ad evitare condizionamenti sull’attività legislativa da parte di fattori esterni e a compiere valutazioni senza farsi influenzare da vicende attuali sugli assetti proprietari di alcune banche.
            Rispetto alle problematiche concernenti la durata del mandato del Governatore della Banca d’Italia e l’attribuzione di competenza in materia di concorrenza bancaria, sottolinea come proprio tali dibattute questioni abbiano determinato rallentamenti dell’iter del provvedimento nel corso dell’esame da parte della Camera dei deputati: reputa pertanto opportuno che il disegno di legge non contenga più alcune disposizioni in proposito e auspica che non vengano riproposte come emendamenti al testo; rileva peraltro come fosse, a proprio giudizio, errato soffermare l’attenzione sui profili attinenti la disciplina del settore bancario, anziché di quello societario e industriale, in relazione all’analisi delle citate crisi finanziarie. Fa poi notare che il disegno di legge  non evita di intervenire in relazione all’assetto delle autorità di vigilanza sul settore del risparmio, operando al contrario una riforma sistematica che costituisce una valida risposta all’esigenza di tutela dei risparmiatori e di fiducia emersa nell’ambito del mercato finanziario.
            L’oratore replica poi ai rilievi critici rispetto alla difesa degli assetti societari delle banche italiane facendo osservare la contraddittorietà di tale atteggiamento rispetto alle scelte effettuate negli anni scorsi  da esponenti della medesima parte politica in relazione a importanti imprese industriali del Paese.
            Dopo aver richiamato le riflessioni svolte dai senatori Tarolli e Grillo sulle vicende che hanno condotto all’introduzione  del testo unico bancario  e al successivo riassetto normativo dei settori bancario e finanziario, sottolinea la validità del sistema nel suo complesso  così come progressivamente delineatosi. Inoltre  ritiene essenziale riflettere  sul ruolo delle banche nell’economia italiana, soprattutto dal punto di vista della loro essenziale funzione di erogazione del credito alle imprese,  più che con riferimento alla ipotizzata scarsa concorrenza nel settore, ovvero,  alle condizioni praticate e ai costi dei servizi erogati.  Proprio in tale funzione allocativa e di sostegno alla crescita delle aziende risiede, infatti, la motivazione principale dell’attenzione che deve essere riservata al settore bancario, anche in relazione al possibile ruolo delle banche straniere, giudicando, di contro, non condivisibili le diverse valutazioni svolte dal senatore Debenedetti.
            Ricordando il rammarico espresso dai senatori Cantoni e Debenedetti per la mancata disciplina del mandato del Governatore e del riparto di competenze in materia di concorrenza bancaria – dopo aver sottolineato come nella scorsa legislatura il centro-sinistra non abbia attuato alcun intervento in merito – ricorda che le previsioni attinenti tali problematiche non hanno superato il vaglio della Camera dei deputati. Giudica favorevolmente la mancata introduzione di disposizioni incidenti sull’assetto normativo attuale del sistema di vigilanza sul settore bancario, rilevando come esso si sia dimostrato idoneo a garantire l’indipendenza della funzione di vigilanza e la crescita del comparto bancario anche a seguito del processo di privatizzazione degli istituti di credito. Ritiene inoltre che l’attribuzione alla Banca d’Italia del duplice ruolo di autorità di vigilanza (volta a garantire la stabilità e la sana e prudente gestione) e di regolazione della concorrenza in ambito bancario risulta efficace e funzionale all’operatività dell’Istituto. Dopo aver citato i dati concernenti la crescita di concorrenza  nel sistema bancario, sottolinea l’esigenza di distinguere con chiarezza tra la problematica dell’attribuzione dei compiti in tema di concentrazioni bancarie e quella della possibilità per gli operatori esteri di acquisire quote di controllo nel capitale di istituti di credito nazionali: tali procedure, infatti, sono regolate da normative diverse e rispondono a differenti finalità, ragion per cui non ritiene possa sussistere alcun conflitto tra compiti di vigilanza sulla stabilità del sistema bancario interno e valutazioni dal punto di vista della concorrenza tra operatori. L’oratore non condivide quindi le critiche rivolte alla correttezza dell’operato della Banca d’Italia su entrambi i versanti, citando, da un lato,  l’assenza di provvedimenti giudiziari di annullamento di atti della stessa quale autorità di vigilanza e, dall’altro – con riferimento cioè ai sospetti di atteggiamenti protezionistici  della Banca d’Italia in veste di autorità preposta alla concorrenza nel settore bancario – i dati relativi alla presenza di gruppi esteri nel capitale delle principali banche italiane rispetto alla situazione degli altri Stati membri dell’Unione Europea.
            Conclusivamente  rispetto a tali tematiche ribadisce la propria preferenza per la non introduzione di modifiche al disegno di legge che rischierebbero di compromettere il patrimonio di credibilità e indipendenza dell’Istituto.
            Soffermandosi poi su talune tematiche emerse nella discussione, con riferimento alla disciplina delle società di revisione contabile, sottolinea l’esigenza di fissare un limite massimo alla responsabilità civile per comportamenti non dolosi, onde consentire un meccanismo di tipo assicurativo. Ritiene inoltre opportuno garantire l’indipendenza dell’attività di revisione limitando i possibili conflitti di interesse tra la società cliente e la rete cui appartiene la società di revisione, prevedendo misure omogenee rispetto agli indirizzi in via di definizione in sede  comunitaria.
            Quanto al problema della contendibilità sul piano internazionale delle banche nazionali, evidenzia i rischi che potrebbero derivare da mutamenti della proprietà delle banche per i fruitori dei servizi finanziari e, soprattutto, dal punto di vista dell’erogazione del credito e della scelta degli investimenti da effettuare, rispetto alle esigenze delle imprese italiane ovvero dei territori in cui operano gli istituti di credito.
            Ritiene inoltre che sia necessario prevedere una normativa maggiormente severa relativamente ai cosiddetti paradisi fiscali, per contrastare efficacemente comportamenti elusivi, subordinando alla valutazione della Consob la possibilità, per le società italiane quotate o con titoli diffusi tra il pubblico, di detenere il controllo di società estere aventi sede legale in Stati che non garantiscono la trasparenza societaria.
            Reputa altresì opportuno intervenire in materia di azioni attribuite a esponenti aziendali dipendenti o collaboratori, estendendo l’ambito di applicazione della nuova normativa a tutti i casi di remunerazione basata su azioni o strumenti finanziari, ampliando altresì gli oneri di comunicazione non solo al mercato ma anche all’assemblea degli azionisti. Ritiene inoltre necessario affidare alla normativa secondaria della Consob l’individuazione di misure che impediscano che siano poste in essere strategie aziendali meramente speculative e finalizzate all’attribuzione di stock option anziché alla crescita produttiva.
            In materia di conflitti di interesse nella prestazione dei servizi di investimento, giudica preferibile l’applicazione di sanzioni per l’inosservanza della normativa a carico dei responsabili e non direttamente delle società di appartenenza, onde evitare che l’entità delle sanzioni possa essere considerata un costo di impresa.
            Per quanto concerne le disposizioni sulla concessione di credito in favore di azionisti e di obbligazioni degli esponenti bancari, ritiene opportuno affidare interamente alla normativa di attuazione delle Autorità creditizie il compito di dettare la disciplina dei limiti per la concessione di credito, anziché operare una ripartizione tra norme di rango primario e secondario. Giudica peraltro necessario eliminare la disposizione legislativa che individua una soglia debitoria fissa, in quanto facilmente eludibile e contraria all’efficienza gestionale delle banche.
            In relazione all’apparato sanzionatorio, sottolinea l’esigenza di procedere ad un coordinamento tra le disposizioni del disegno di legge e le modifiche recentemente introdotte dalla legge comunitaria per il 2004 – che ha recepito, tra l’altro, la normativa comunitaria sugli abusi di mercato – nonché con la riforma del diritto societario in via di attuazione.
            Conclude sottolineando l’esigenza di un esame del provvedimento in tempi ristretti, apportando solo talune limitate modifiche che non ne mettano in discussione l’impianto essenziale.

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