Presentazione del libro Denaro e Paradiso di Ettore Gotti Tedeschi
Presentazione volume
Denaro e Paradiso
Rino Camilleri e Ettore Gotti Tedeschi
Circolo degli Scacchi
5 maggio 2005
E’ per me oggi motivo di grande soddisfazione essere oggi qui per esprimere qualche considerazione sul volume di Ettore Gotti Tedeschi sul tema complesso del rapporto tra Denaro e Paradiso. Un tema certo difficile che offre notevoli spunti di riflessione. Non so se sia una scelta editoriale o degli autori ma il titolo avrebbe potuto essere etica ed economia.
Hanno il pregio di rendere di facile lettura anche argomenti complessi che certo sfuggono al grande pubblico. Attualizzazione del pensiero legato alle vicende di tutti i giorni.
Certo “paradiso” sta proprio a significare scelte di vita quotidiane in coerenza con l’essere cristiano e la difficoltà le tensioni, le contraddizioni, sono in agguato. Se per taluni c’è il paradiso o piuttosto l’inferno.
Già la scelta della casa editrice dimostra il carattere della pubblicazione teso alla divulgazione, alla circolazione alla rappresentazione del ruolo, dell’azione, dell’impegno dei cattolici nella politica, nella storia, nella economia.
Non è cosa di poco conto e credo vada sottolineata in un mondo in cui si tende alla semplificazione, alla massificazione del pensiero a quel relativismo culturale che sembra la moda dominante.
E’ un po’ come andare controcorrente.
Il primo interrogativo che si pone e che emerge anche nella prefazione del cardinale Re con il suo richiamo alla Gaudium et Spes 21 è quello di sgombrare il dubbio che la morale cattolica sia di ostacolo allo sviluppo rispetto alla vulgata che il successo delle economie anglosassone sia dovute ad una impostazione calvinista laddove la morale sia meno condizionante nell’agire quotidiano.
Non c’è un rapporto diretto, non c’è una influenza religiosa sullo sviluppo del Capitalismo.
Nel cristianesimo la intima dignità della persona precede lo Stato.
Però Max Weber ha insegnato, a partire dalla riflessione religiosa, che possiamo capire i processi economici ma dal punto di vista storico, non religioso.
– sull’influenza religiosa vedi Oreste Bazzichi. Lo spirito capitalistico si è manifestato al contrario di Weber, ben prima della riforma protestante.
– Il capitalismo contiene una sua morale oggettiva.
Fanfani nel suo saggio “cattolicesimo e protestantesimo nella formazione storica dello spirito del capitalismo” in cui si afferma la incompatibilità tra il sistema morale del cattolicesimo ed il capitalismo, che ciò rappresentasse qualcosa di inaccettabile, che fosse carico di valenze negative.
Weber che invece individua nella riforma calvinista il seme dello sviluppo del capitalismo moderno della corrispondenza tra lo spirito del capitalismo e quello del protestantesimo. Vede la fonte dell’etica capitalistica.
L’etica protestante è stato forse un valido motivo di slancio del capitalismo dove era diffusa la Riforma ma non ha niente a che vedere con la sua origine. Non è una religione ad aprire la strada al capitalismo, né a creare gli spazi alla culture delle libertà, del mercato, e del capitalismo; è stato semmai pluralismo culturale e dottrinale delle scuole filosofiche.
Ricordiamo i processi di decentrage e recentrage illuminati da da un grande storico del capitalismo come Fernand Braudel sono legati a crisi economiche prolungati e globali.
Polarizzazione su Venezia, poi su Anversa verso il 1500-1560 un ritorno al Mediterraneo verso Genova poi verso Amsterdam poi nuova polarizzazione verso Londra nel 170-1820 per poi spostarsi nel 1929 oltre Atlantico a New York.
E’ sempre il cattivo andamento dell’economia che infligge il colpo di grazia alla sopravvivenza dell’antico centro.
Nel 500 i Medici a Firenze hanno diviso il primato italiano con altre 4 città potenti Venezia, Milano e Genova.
Rivendichiamo la non-compatibilità tra spirito cattolico ed etica capitalistica.
Contro il capitalismo selvaggio c’era stata la risposta cattolica.
Siamo contro l’ideologia del capitalismo, contro l’ideologia e favore del libero mercato.
Richiamando il rispetto della dignità della persona umana e dei suoi valori. Una applicazione della personal governance di cui si avverte la esigenza, ma soprattutto di buona governance. Dovere del credente è quello di interrogarsi sui problemi della società e di trovare le soluzioni più adeguate per la crescita dell’uomo e della società.
Porre al centro dunque l’uomo, non il profitto fine a se stesso, ma attenzione anche i costi umani.
Altrettanta attenzione è posta alla globalizzazione e dunque la necessità è di introdurre regole capaci di orientare eticamente al servizio della persona.
Nella economia fredda e calcolatrice non è facile incontrare persone attente ai bisogni.
Nelle università si dovrebbe insegnare che i banchieri hanno l’obbligo morale ed etico di adoperarsi come custodi del denaro altrui.
Lo scandalo Ernon, ma prima ancora Arthur Andersen Word. Com Long Hedge Saving and Loans hanno distrutto occupazione e risparmio. Non si tenne conto del rischio inflazione.
L’epidemia di criminali dei colletti bianchi nel settore del risparmio fu il risultato dell’ambiente creato dal governo e non certo un evento indipendente.
Lavoro come numero di posti di lavoro; risparmio perché i fondi previdenziali avevano investito in quei titoli azionari.
Il fallimento di molte imprese non solo finanziarie nel tutelare gli interessi di quanti hanno loro affidato un mandato fiduciario ci rende particolarmente sensibili.
Non si può dire che la responsabilità fiduciaria dei dirigenti tuteli gli azionisti.
Altro aspetto è quello delle informazioni riservate.
E’ ammissibile ottenere guadagni personali impiegando informazioni riservate per scopi personali.
Non di rado sono state accumulate fortune grazie ad operazioni effettuate sulla di queste informazioni ad esempio acquistando le azioni di una impresa subito prima di un aumento di prezzo come,ma viene quando sia imminente una opa nota agli addetti ai lavori, ma non agli altri. (Amantya Sen)
Si gode di un vantaggio ingiusto.
L’etica nella finanza richiede una relazione tra doveri e conseguenze.
L’obiettivo della massimizzazione del profitto dovrebbe guardare al ruolo che il profitto assolve come incentivo e fonte di efficienza economica.
Ricordo il dibattito negli USA metà degli anni ottanta con la lettera pastorale sull’insegnamento sociale cattolico e l’economia degli stati uniti, pubblicata nel 1986 Giustizia Economica per tutti quando la politica reaganiana si affermava prepotentemente ed insieme a quella lo yuppismo con le relative degenerazioni. Costituisce uno spartiacque e un nuovo modo di confrontarsi con l’economia. L’attenzione della Chiesa per l’economia non è nuova ma nuova è la percezione del carattere strategico dell’economia, la percezione che essa è forse il luogo culturale principale per ascoltare e interpellare la società contemporanea. Basti pensare che l’istituto Maritain e la facoltà di teologia di Friburgo sono stati raccolti oltre 1500 documenti catalogati e attentamente analizzati dalla Rerum Novarum in poi. Si osserva dunque una nuova sensibilità alla realtà economica.
“La chiesa non ha modelli da proporre. I modelli reali e veramente efficaci possono solo nascere nel quadro delle diverse situazioni storiche grazie allo sforzo di tutti i responsabili che affrontino i problemi concreti in tutti i loro aspetti sociali, economici e culturali che si intrecciano fra loro. A tale impegno la chiesa offre come indispensabile orientamento ideale la propria dottrina sociale (Centesimus Annus n. 43).
Si poneva il problema delle crescente disuguaglianze e della distribuzione del reddito. Distanze che a distanza di venti anni si sono allargate. Il rapporto tra dipendenti e manager è passato da 1 a 40 a 1 e 500. Si poneva anche allora il problema della progressività orizzontale e verticale.
Centralità e primato della persona umana; principio di sussidiarietà, principio di solidarietà.
Il primato dell’uomo significa il primato dell'”essere” sull'”avere”
Il principio di sussidiarietà va coniugato inscindibilmente con quello di solidarietà che significa bene comune a livello locale nazionale e anche globale significa un dovere di interdipendenza con il futuro.
Per uscire da situazioni di povertà e di ingiustizia il livello di istruzione e di educazione è più che mai importante e necessario.
Con il sistema economico attuale non si possono superare le forme vecchie e nuove di povertà.
Il primato di attenzione dei documenti è all’etica.
Nella dottrina economica della chiesa si intersecano tre livelli: l razionalità economica, la razionalità etica e il profetismo evangelico.
I problemi della deindustrializzazione. Il passaggio dall’agricoltura al altri settori. Non è stato di nessun profitto resistere alla ondata tecnologica della terza rivoluzione industriale con profondi cambiamenti che hanno attraversato l’impresa e la società con l’automazione la robotizzazione, il controllo computerizzato, i sistemi di informazione. Ciò richiede nuove regole, trasparenza, leale concorrenza, democrazia economica solidarietà e fiducia. La Thather e Reagan erano insensibili ai sentimenti umani dei disoccupati. Gli indicatori di bilancio sono più importanti dei valori umani.
I paesi che hanno e i paesi che non hanno.
Rinunciare agli affari illeciti.
I problemi della globalizzazione. Globalizzazione dal volto umano, la globalizzazione della solidarietà.
Coniugare capacità professionali e principi etici.
Mercato libero è foriero di maggiore disuguaglianze. Pag. 27.
Certo. Nella società della informazione i detentori della informazione acquistano una posizione dominante. Solo recentemente abbiamo introdotto la legge sul market abuse per i riflessi che determina nei comportamenti economici.
Viene posto il problema della effettiva garanzia per tutti di dimostrare le proprie capacità.
Non sono d’accordo. E’ solo una affermazione teorica dire che è garantita da se se stessi se ci si prepara e si affrontano i sacrifici. Possono essere condizioni essenziali ma insufficienti.
In una società della informazione e delle tecnologie. Aumentano le distanze perché cresce il costo del sapere.
E’ vero che negli USA viene data questa possibilità. In Italia viene negata perfino al giovane della provincia di potere defalcare le spese per l’istruzione di un corso universitario alla Bocconi o comunque ad un centro di eccellenza. Non si comprende che quella misura non aiuta il figlio del ricco che può permettersi un college inglese o un master postuniversitario in una università USA, ma al figlio del ceto medio di accrescer il suo sapere.
Né alle Fondazioni bancarie di svolgere quel ruolo di erogazione di fondi che è consentito per l’arte.
Le nuove rilevazioni di abusi nel settore finanziario non hanno forse messo in dubbio la legittimità del mercato; non vi è forse una degenerazione del capitalismo in un sistema di elite, fatto dall’elite, e per le elite (ZINGALES e RAJAN)
Qualcuno come Stiglitz afferma che sembra sostituire le vecchie elites nazionali con elites internazionali.
C’è forse una nuova classe di nuovi statalisti composta dai lavoratori dell’industria del sapere. Scrive Novak che questa nuova classe ha in genere un acceso interesse materiale e ideologico per un governo forte e per la gestione statale degli altri cittadini. Questa nuova classe è potente perché perché capace di indirizzare la opinione pubblica, è diventata la più potente. È a favore di un povere controllato, piuttosto di un povere indipendente e autosufficiente.
Un ragionamento che ci porta alle tesi di George Simmel quando all’inizio del Novecento aveva definito l’emergere delle cerchie sociali in un contesto crescente e totalitario di individualizzazioni autoreferenziali finiva per caratterizzarsi per un ambiente sociale un mondo di appartenenza nel rapporto con il denaro e con il potere.
Ha aiutato persone, ha avvantaggiato paesi, ma per milioni di persone non ha funzionato. Potrà generare povertà e instabilità; senza riforme accresceranno i conflitti.
Sviluppo significa trasformare la società, migliorare la vita dare a tutti una possibilità di successo garantire istruzione e sanità.
Vi è stata sufficiente tutela delle minoranze. Aveva forse ragione Carl Furstemberg, il famoso banchiere tedesco, nel dire che gli azionisti sono stupidi impertinenti perché danno il loro denaro senza avere alcun controllo sull’uso fatto da altri e pretendendo dividendi come ricompensa per la loro stupidità. Si potrebbe applicare alla BNL i cui azionisti attendono da anni qualche dividendo.
I poveri veri in questa epoca se vogliamo trovarli dobbiamo cercarli. Pag 33 non sono d’accordo.
Pag 36 la trasformazione del risparmio. Dal risparmio ai consumi. Affermazione del modello americano. Più credito al consumo più risparmio liquido, meno disponibilità.
Sono d’accordo sulla trasformazione del modello sociale europeo che è la sua forza e la sua debolezza. La sua forza perché si fa carico dei bisogni dei cittadini affermando una cultura quella dell’umanesimo europeo. La sua forza perché i tassi di crescita dell’Europa non permettono di sostenere quel livello di costi. Ciò richiederebbe una sistema industriale più competitivo, l’affermazione del modello Lisbona e dunque maggiori risorse per la ricerca un adeguamento tecnologico fino ad arrivare al 3 per cento del PIL.
Pienamente d’accordo sulle riflessioni in tema di inflazione come fattore di ingiustizia.
Ho trovato particolarmente interessanti le riflessioni sul risparmio e sulle conseguenze della globalizzazione applicate alla industria bancaria; le vicende di questi giorni relative ad Ambro e BBVA ne rappresentano solo un piccolo aspetto.
C’è la questione del legame tra risparmio acquisito e risparmio investito, come fattore di crescita della comunità. Le piattaforme tecnologiche saranno la sfida dei prossimi anni. La direttiva sui servizi di investimento che deve essere recepita rappresenta una sfida. Gli operatori anglosassoni si stanno attrezzando prepotentemente. Vedere dichiarazione di voto sulla direttiva comunitaria prima lettura.
Pag. 40
Gli autori vanno contro corrente. Ricordano le nefandezze del club di Roma quando attraverso la fondazione Agnelli fecero un vero e proprio terrorismo sulle nascite per promuovere anticoncezionali dietro il paravento dei limiti dello sviluppo.
Scrive Rudolf Klein con riferimento alle conclusioni apocalittiche cui giunsero gli estensori del Club di Roma, ” dal momento che la complessa interazione dei fattori economici sociali economici e politici rende azzardata qualsiasi previsione, i migliori profeti sono coloro che si mostrano aperti all’incertezza: chi non vende il futuro come una ricetta medica ma che convinca l’umanità ad operare continue revisioni a quello che dopo tutto è un futuro in continuo mutamento”.
I risultati di quelle teorie sono sotto gli occhi: una crisi della natalità, un forte invecchiamento della società, una mancanza di futuro, una Europa ripiegata su stessa che non riesce a sostenere il suo modello sociale.
Citazione di Ratzinger sulla mancanza di futuro dell’Europa.
Credo un tema non sia stato attentamente valutato. Ed è quello della istruzione. I movimenti hanno fatto alcune scelte di campo. Mi riferisco alla necessità di costruite strutture dove l’etica per i malati sia più marcata o l’attenzione verso gli anziani nella terza età sia più meritevole di attenzione. Nuova filosofia della salute nuova visione del malato. Come si può immaginare che l’etica diventi comportamento se le scuole di formazione cattolica sono ridotte ai minimi termini in termini quantitativi. Come si può pensare che gli adulti possano avere quelle sensibilità quei tormenti che attraversano un manager che deve far quadrare i conti o un tagliatore di teste che deve risanare un bilancio o un economista che deve affrontare la sfida della competitività in un mondo globalizzato, un banchiere che deve remunerare i depositi con un tasso sotto quello dell’inflazione se appunto quella persona non ha un sentimento forte che certo la scuola pubblica non può dare e dunque con quella preparazione culturale religiosa o l’appartenenza ad un movimento che lo ispiri, lo guidi, che lo porti a riflettere sulle scelte sapendo che dietro le sue decisioni c’è l’uomo, una famiglia. Vi sono forze che impediscono che queste strutture possano crescere diffondesi. Si preferisce detassare le spese per gli animali piuttosto che le spese scolastiche per i figli.
La preghiera dell’economista etico e umano.
Meno al di là e più al di qua.
A pagina 126 gli autori affermano che nel mondo attuale globale il cattolico può avere un atteggiamento perdente. Dare un senso alla propria vita, farlo in modo straordinario può non essere sufficiente se non si diventa minoranza creativa. Sono questioni che non possono essere barattate.
Il Santo Padre ci invita a guardare al futuro dell’Europa con “fedeltà creativa”.
Si può essere minoranza creativa e convinta, in grado di contrapporsi alle elites manageriali tecnocratiche convinte che il bene sia prodotto del motore economico fonte sorgiva piuttosto che maggioranze stanche, zavorre che immobilizzano l’uomo che sappiano contribuire alla riscoperta delle radici dell’Europa e il meglio della sua eredità, diventando lievito, forza persuasiva, che agisce oltre l’ambito ristretto per arrivare a tutti perché capace di orientare nella iniziativa sia sui grandi temi che su ogni questione dalle radici cristiane alla questione turca per discutere sui confini dell’Europa e del suo processo di identificazione storico-culturale, dalla fecondazione assistita per guardare ai limiti della scienza, al significato del presepe alla affissione del crocifisso nelle scuole come simbolo della cristianità.
Prevale troppo ottimismo.
Etica
Come non essere d’accordo sul conflitto tra etica cattolica e quella laica.
L’etica cristiana è troppo rigida, si preferisce quella più malleabile.
Giovanni Paolo II nel messaggio per la giornata della pace 1° gennaio 1983 “ogni uomo credente o non può e deve mantenere sufficiente fiducia nell’uomo nella sua capacità di essere ragionevole nel suo senso del bene della giustizia, dell’equità nella sua potenzialità di amore fraterno e nella sua capacità di sperare per puntare sul ricorso al dialogo”
La questione dei valori morali è fondamentale per ogni uomo e per ogni società che voglia essere autenticamente umana. E il rifiuto dei valori o la loro relativizzazione il loro asservimento da una ideologia la loro utilizzazione per interessi di gruppo ha causato in ogni tempo terribili danni nei cuori degli uomini e ha portato la società alla degenerazione. In ogni tempo la questione morale è una questione vitale per tutte le società una questione di vita o di morte. Paul Poupard 1986 Società e valori etici Ateismo e dialogo 1986
I mercati non sono perfetti. Sono istituzioni fragili nel precario equilibrio tra intromissione e indifferenza.
La globalizzazione viene criticata perché sembra mettere in pericolo i valori tradizionali.
La corporate governance necessita di miglioramenti
Se vogliamo che la globalizzazione dal volto umano diventi realtà non possiamo restare spettatori ma alzare la voce.
I cittadini devono essere dotati di un capitale culturale ed educativo in grado di fronteggiare le sfide rappresentate da una crescente competizione sia a livello locale che nazionale regionale ed infine globale ma anche da una sempre più grande mobilità del capitale industriale e finanziario.
Gli Stati non hanno più infatti la capacità e gli strumenti di policy per contestare gli imperativi del cambiamento economico globale.
I termini di riferimento delle politiche economiche sono ormai posti dai mercati globali e dalle grandi multinazionali. La ricerca del bene pubblico diventa quindi sinonimo del sempre maggiore adattamento a queste finalità di tipo privatistico.
I ruolo dello Stato come protettore e rappresentante di una comunità territoriale , come distribuite di risorse e come promotore di un bene pubblico autonomamente definito attraverso processi pubblici di deliberazione appare in declino.
Le comunità nazionali sono imprigionate entro reti di governance di livello regionale e locale che finiscono di compromettere la capacità di assicurare ai propri cittadini una struttura comune di diritti doveri e sicurezza sociale. Si determina uno spostamento dal governo locale alla governance globale e dunque anche i nessi istituzionali devono essere rivisti. Sono necessarie rispose creative da parte delle classi politiche, dai policy makers sugli sviluppi futuri della regolazione politica e sulle responsabilità democratica da costruire.
Le sfide sono profonde, la posta in gioco è alta perché è in gioco questioni che investono principi etici e istituzionali che possono incidere sulla giusta organizzazione delle vicende umane e sulla forma futura dell’ordine mondiale.
1. La globalizzazione va guidata;
2. la governance personale richiede una formazione personale con la consapevolezza di un progetto di lungo periodo;
3. necessità di regole globali.
In conclusione vi è un eccesso di ottimismo forse di speranza che l’uomo sia in grado con la creatività, con la ragionevolezza con il senso di responsabilità a guidare e controllare i processi e quindi volgere a vantaggio dell’uomo e della comunità i benefici del Capitalismo e del processo di globalizzazione, non possiamo dire che va tutto bene guardiamo al Capitalismo dell’est Europa.
Siamo passati da una economia pianificata dal Marxismo Leninismo ad una oligarchia gangsteristica.
C’è un Capitalismo americano, c’è un Capitalismo sudamericano, c’è un capitalismo asiatico c’è un capitalismo europeo e rispetto a questo quello Renano e quello anglosassone.
La formazione è inadeguata rispetto alle sfide del tempo c’è bisogno di rivolgersi ai corpi intermedi per affermare il principio di sussidiarietà. La scuola è pubblica ma il principio di sussidiarietà è inaffermato.
Affermazione di capitalismo democratico in cui si affermino le tre libertà definite da Novak nelle tre sfere di :
sistema capitalistico
Sistema democratico
Sistema pluralistico
Rapporto etica-spirito d’impresa
Fallimento delle esperienze collettivistiche
Welfare apparati burocratici soffocanti
Meglio il sistema capitalistico di quello socialista
Nessun ordinamento è il paradiso terrestre.
Tosato, inoltrarsi nelle dimensioni vitali della società
Novack giustizia sociale nella sussidarietà
Soggettività creativa
Capitalismo democratico
Istituzione libero mercato democrazia pluralismo
Riflessione culturale
Credo che non possiamo tralasciare di riflettere seppure brevemente su quanto si muove oltreatlantico, sulle spinte culturali e la influenza cultura dei neocon.
Abbiamo visto come il ventaglio dei neocon è divenuto sempre piu’ ampio e diversificato mentre quello dei liberal si restringeva
Non si può negare che il neo conservatorismo è parte corrente delle culture dominanti e del linguaggio.
Irvin Kristoll ha messo in luce come il capitalismo non abbia saputo mantenere fede alle sue promesse fallendo sul versante culturale per le sue spinte degeneratici anche verso forme corruttive che privano le istituzioni economiche e politiche del necessario sostegno morale.
Rispetto a Novack in cui il triangolo capitalismo democrazia pluralismo serve ad affermare un capitalismo democratico in cui ciascuna voce politico sociale è necessaria ne deriva un indispensabile complementarietà
George Gilder nel capitalismo c’è la cultura dell’altruismo e afferma la cultura del dono.
Gli strumenti che gli uomini si sono dati sono: il capitale e quindi le risorse, la conoscenza, la creatività, la responsabilità, la capacità, organizzativa, il rischio.
Il punto non è la esportazione della democrazia ma fare attecchire principi e valori che permettano la nascita delle democrazie anche dove sono prevalse logiche contrarie alla democrazia e alla libertà.
Per lord Acton la libertà è il regno della coscienza.
Il potere gtende a corrompere e il potere assoluto corrompe in modo assoluto.
Nella convinzione di Acton:
“La libertà non è mai esistita fuori dal cristianesimo.
La libertà dovrebbe essere religiosa e la religione dovrei e essere libera.
Elementi di disputa
Neocon e welfare
Contro le organizzazioni burocratiche
Sviluppo della sussidiarietà
Neocon e religione
Declino del senso morale attribuibile alla secolarizzazione
Potere rigenerante della religione secondo Novak ” l’ateo potrebbe considerare i principi morali come un insieme di regole quasi una etichetta. Per gli ebrei e i cristiani praticanti i principi morali sono qualcosa di più.
Anticomunismo radicale
Istituzioni borghesi – virtù borghesi
Crisi Welfare
Richiamo alla religione
I neocon sono interessati al software della democrazia, alle situazione prepolitiche alle condizioni etiche culturali che sono al cuore dell’esperimento democratico
Promuovere quelle istituzioni da cui dipende un autentico pluralismo culturale: democrazia, mercato, pluralismo
Kristal distingue tra etica protestante
Etica darwiniana
Etica tecnocratica
Protestante
Darwiniana = sopravvivenza del più forte
Legge della giungla, ma pur sempre animale morale
Etica tecnocratica = i manager vengono assunti per le performance che riescono a fare nei diversi campi.
Per Novak relazioni tra capitalismo democratico e cristianesimo
Weber intuisce la dimensione morale e religiosa dell’agire economico
Razionalismo occidentale che si esalta nel borghese puritano. Nel Reno tuttavia prevalenza di cattolici
Huntington ha definito la terza ondata di democratizzazione come la ondata cattolica.
Rapporto etica-spirito d’impresa
Conclusioni
Stiamo entrando nel terzo millennio e lo stiamo facendo in una situazione di autentico conflitto tra culture e visioni morali.
Per far si che il mondo si confronti con un sistema di valori è necessario un nuovo tipo di etica, capace di un metodo nuovo per ri-renderli comprensibili alla società stessa.
Stiamo attraversando un momento di passaggio; il cambiamento di pelle della società, cambiamenti spettacolari e rapidi solo la manifestazione di un cambiamento più nascosto e meno rapido anche più radicale e irreversibile.
Una fase storica che ha portato alla definizione di “pretesa della uguaglianza”.
Ci siamo lasciati dietro un sistema di protezioni e di garanzie che hanno caratterizzato la nostra società. Garanzie pubbliche e libertà individuali possono portare a comportamenti degenerativi.
Quella fase di dare tutto a tutti si è conclusa. Anche perché le risorse non erano sufficienti.
Termina la fase del paradigma “Siamo tutti uguali”
Una scuola uguale per tutti finisce per essere mediocre.
Una sanità offerta a tutti offre un sistema sanitario di basso profilo.
Cresce la voglia di fare da sé, di primeggiare anche a costo di rinunciare a certe garanzie; c’è voglia di competizione.
Tramonta una società di produzione di conflitti per lasciare il posto a una società di funzionalità. Se però cercare di essere tutti uguali genera recriminazioni e quindi conflitti, la differenziazione crea separazione. Essere in or out come dice Touraine più che nella fase dell’up or down.
Il sistema competitivo tende all’esclusione così il rischio che si inneschi un meccanismo di restrizione per lo sviluppo: meno aziende, meno occupazione, salari più bassi e quindi minori consumi.
Lo squilibrio sociale può coinvolgere tutti i livelli dal quadro torinese all’operai dall’ingegnere giapponese.
La tendenza neocompetitiva ha benefici sul breve periodo.
Come fare per far si che il futuro sia di tutti, come favorire la aspirazione ad un maggiore benessere. Il problema è l’esclusione. Creare forme e strumenti che permettano la integrazione sociale.
Il problema centrale diventa quello di rendere concreta una etica delle responsabilità.
Fare richiami all’etica individuale e a quella delle istituzioni concentrandoci sui corpi intermedi che possono farsi carico delle funzioni di interpretazione, mediazione e partecipazione delle funzioni tipiche di una società coesa e vitale.
Nell’ampia differenziazioni di opinioni che la storia del pensiero economico ci offre le posizioni finiscono per oscillare tra due visioni: da una lato la fiducia nelle iniziative individuali che porta a desiderare il mercato come regolatore centrale della vita economica e sociale dall’altro la consapevolezza dei limiti di tale impostazione.
Non è tanto una visione astratta tra modelli ma la dimensione etica: la questione sociale richiede che l’economia sia posta al servizio degli uomini e non viceversa e tramite una responsabile azione di governo tenga in considerazione i principi di solidarietà e di cooperazione,
La legittimazione del profitto è frutto del lavoro creativo e fonte di nuova occupazione: l’origine e il fine del profitto possono conservarsi la misura della sua eticità.
La libertà assoluta è impossibile. La libertà di un uomo può entrare in conflitto con quella di un altro e quando succede la libertà dell’uno deve essere limitata per preservare quella dell’altro.
Nel 1800 la terra era popolata da 900 milioni di persone. La vita media era di 18 anni.
Oggi viene dato sostentamento a 5 miliardi di persone. La speranza di vita è salita a 59 anni.
La libertà politica dipende dalla libertà economica afferma Novak
I poveri possono essere aiutati solo da un sistema che permetta loro di scatenare la propria creatività con il sistema del capitalismo democratico.
Il capitalismo fece poco per le duchesse che già possedevano le calze di seta fece molto per le povere donne che ebbero le calze di seta. Hayek
Il capitalismo non è più solamente proprietà privata mercati o profitti personali.
La proprietà privata vuol dire proprietà privata dei mezzi di produzione, questo era nelle società precapitalistiche.
La ricchezza delle nazioni si basa sulla liberazione delle menti di tutti i cittadini. La storia principale della razza umana è la storia della libertà.
.
La economia di mercato genera il più ampio benessere. Sta a fondamento delle libertà politiche.
Esige la pace interna ed esterna perché altrimenti si distruggerebbe la condizione minimale che rende possibile la cooperazione in regime di divisione del lavoro.
La finalità dell’impresa scrive Giovanni PAOLO II nella Centesimus Annus NON è SEMPLICEMNTE LA PRODUZIONE DEL PROFITTO, MA LA ESISTENZA STESSA DELLA IMPRESA COME COMUNITà.
Così come gli autori fanno riferimento alla personal governance. Si potrebbe considerare l’etica degli affari e l’etica sociale come una estensione della etica personale. Una business ethics non può essere disgiunta dalla buona etica personale.
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Presentazione volume
Denaro e Paradiso
Rino Camilleri e Ettore Gotti Tedeschi
Circolo degli Scacchi
5 maggio 2005
E’ per me oggi motivo di grande soddisfazione essere oggi qui per esprimere qualche considerazione sul volume di Ettore Gotti Tedeschi sul tema complesso del rapporto tra Denaro e Paradiso. Un tema certo difficile che offre notevoli spunti di riflessione. Non so se sia una scelta editoriale o degli autori ma il titolo avrebbe potuto essere etica ed economia.
Hanno il pregio di rendere di facile lettura anche argomenti complessi che certo sfuggono al grande pubblico. Attualizzazione del pensiero legato alle vicende di tutti i giorni.
Certo “paradiso” sta proprio a significare scelte di vita quotidiane in coerenza con l’essere cristiano e la difficoltà le tensioni, le contraddizioni, sono in agguato. Se per taluni c’è il paradiso o piuttosto l’inferno.
Già la scelta della casa editrice dimostra il carattere della pubblicazione teso alla divulgazione, alla circolazione alla rappresentazione del ruolo, dell’azione, dell’impegno dei cattolici nella politica, nella storia, nella economia.
Non è cosa di poco conto e credo vada sottolineata in un mondo in cui si tende alla semplificazione, alla massificazione del pensiero a quel relativismo culturale che sembra la moda dominante.
E’ un po’ come andare controcorrente.
Il primo interrogativo che si pone e che emerge anche nella prefazione del cardinale Re con il suo richiamo alla Gaudium et Spes 21 è quello di sgombrare il dubbio che la morale cattolica sia di ostacolo allo sviluppo rispetto alla vulgata che il successo delle economie anglosassone sia dovute ad una impostazione calvinista laddove la morale sia meno condizionante nell’agire quotidiano.
Non c’è un rapporto diretto, non c’è una influenza religiosa sullo sviluppo del Capitalismo.
Nel cristianesimo la intima dignità della persona precede lo Stato.
Però Max Weber ha insegnato, a partire dalla riflessione religiosa, che possiamo capire i processi economici ma dal punto di vista storico, non religioso.
– sull’influenza religiosa vedi Oreste Bazzichi. Lo spirito capitalistico si è manifestato al contrario di Weber, ben prima della riforma protestante.
– Il capitalismo contiene una sua morale oggettiva.
Fanfani nel suo saggio “cattolicesimo e protestantesimo nella formazione storica dello spirito del capitalismo” in cui si afferma la incompatibilità tra il sistema morale del cattolicesimo ed il capitalismo, che ciò rappresentasse qualcosa di inaccettabile, che fosse carico di valenze negative.
Weber che invece individua nella riforma calvinista il seme dello sviluppo del capitalismo moderno della corrispondenza tra lo spirito del capitalismo e quello del protestantesimo. Vede la fonte dell’etica capitalistica.
L’etica protestante è stato forse un valido motivo di slancio del capitalismo dove era diffusa la Riforma ma non ha niente a che vedere con la sua origine. Non è una religione ad aprire la strada al capitalismo, né a creare gli spazi alla culture delle libertà, del mercato, e del capitalismo; è stato semmai pluralismo culturale e dottrinale delle scuole filosofiche.
Ricordiamo i processi di decentrage e recentrage illuminati da da un grande storico del capitalismo come Fernand Braudel sono legati a crisi economiche prolungati e globali.
Polarizzazione su Venezia, poi su Anversa verso il 1500-1560 un ritorno al Mediterraneo verso Genova poi verso Amsterdam poi nuova polarizzazione verso Londra nel 170-1820 per poi spostarsi nel 1929 oltre Atlantico a New York.
E’ sempre il cattivo andamento dell’economia che infligge il colpo di grazia alla sopravvivenza dell’antico centro.
Nel 500 i Medici a Firenze hanno diviso il primato italiano con altre 4 città potenti Venezia, Milano e Genova.
Rivendichiamo la non-compatibilità tra spirito cattolico ed etica capitalistica.
Contro il capitalismo selvaggio c’era stata la risposta cattolica.
Siamo contro l’ideologia del capitalismo, contro l’ideologia e favore del libero mercato.
Richiamando il rispetto della dignità della persona umana e dei suoi valori. Una applicazione della personal governance di cui si avverte la esigenza, ma soprattutto di buona governance. Dovere del credente è quello di interrogarsi sui problemi della società e di trovare le soluzioni più adeguate per la crescita dell’uomo e della società.
Porre al centro dunque l’uomo, non il profitto fine a se stesso, ma attenzione anche i costi umani.
Altrettanta attenzione è posta alla globalizzazione e dunque la necessità è di introdurre regole capaci di orientare eticamente al servizio della persona.
Nella economia fredda e calcolatrice non è facile incontrare persone attente ai bisogni.
Nelle università si dovrebbe insegnare che i banchieri hanno l’obbligo morale ed etico di adoperarsi come custodi del denaro altrui.
Lo scandalo Ernon, ma prima ancora Arthur Andersen Word. Com Long Hedge Saving and Loans hanno distrutto occupazione e risparmio. Non si tenne conto del rischio inflazione.
L’epidemia di criminali dei colletti bianchi nel settore del risparmio fu il risultato dell’ambiente creato dal governo e non certo un evento indipendente.
Lavoro come numero di posti di lavoro; risparmio perché i fondi previdenziali avevano investito in quei titoli azionari.
Il fallimento di molte imprese non solo finanziarie nel tutelare gli interessi di quanti hanno loro affidato un mandato fiduciario ci rende particolarmente sensibili.
Non si può dire che la responsabilità fiduciaria dei dirigenti tuteli gli azionisti.
Altro aspetto è quello delle informazioni riservate.
E’ ammissibile ottenere guadagni personali impiegando informazioni riservate per scopi personali.
Non di rado sono state accumulate fortune grazie ad operazioni effettuate sulla di queste informazioni ad esempio acquistando le azioni di una impresa subito prima di un aumento di prezzo come,ma viene quando sia imminente una opa nota agli addetti ai lavori, ma non agli altri. (Amantya Sen)
Si gode di un vantaggio ingiusto.
L’etica nella finanza richiede una relazione tra doveri e conseguenze.
L’obiettivo della massimizzazione del profitto dovrebbe guardare al ruolo che il profitto assolve come incentivo e fonte di efficienza economica.
Ricordo il dibattito negli USA metà degli anni ottanta con la lettera pastorale sull’insegnamento sociale cattolico e l’economia degli stati uniti, pubblicata nel 1986 Giustizia Economica per tutti quando la politica reaganiana si affermava prepotentemente ed insieme a quella lo yuppismo con le relative degenerazioni. Costituisce uno spartiacque e un nuovo modo di confrontarsi con l’economia. L’attenzione della Chiesa per l’economia non è nuova ma nuova è la percezione del carattere strategico dell’economia, la percezione che essa è forse il luogo culturale principale per ascoltare e interpellare la società contemporanea. Basti pensare che l’istituto Maritain e la facoltà di teologia di Friburgo sono stati raccolti oltre 1500 documenti catalogati e attentamente analizzati dalla Rerum Novarum in poi. Si osserva dunque una nuova sensibilità alla realtà economica.
“La chiesa non ha modelli da proporre. I modelli reali e veramente efficaci possono solo nascere nel quadro delle diverse situazioni storiche grazie allo sforzo di tutti i responsabili che affrontino i problemi concreti in tutti i loro aspetti sociali, economici e culturali che si intrecciano fra loro. A tale impegno la chiesa offre come indispensabile orientamento ideale la propria dottrina sociale (Centesimus Annus n. 43).
Si poneva il problema delle crescente disuguaglianze e della distribuzione del reddito. Distanze che a distanza di venti anni si sono allargate. Il rapporto tra dipendenti e manager è passato da 1 a 40 a 1 e 500. Si poneva anche allora il problema della progressività orizzontale e verticale.
Centralità e primato della persona umana; principio di sussidiarietà, principio di solidarietà.
Il primato dell’uomo significa il primato dell'”essere” sull'”avere”
Il principio di sussidiarietà va coniugato inscindibilmente con quello di solidarietà che significa bene comune a livello locale nazionale e anche globale significa un dovere di interdipendenza con il futuro.
Per uscire da situazioni di povertà e di ingiustizia il livello di istruzione e di educazione è più che mai importante e necessario.
Con il sistema economico attuale non si possono superare le forme vecchie e nuove di povertà.
Il primato di attenzione dei documenti è all’etica.
Nella dottrina economica della chiesa si intersecano tre livelli: l razionalità economica, la razionalità etica e il profetismo evangelico.
I problemi della deindustrializzazione. Il passaggio dall’agricoltura al altri settori. Non è stato di nessun profitto resistere alla ondata tecnologica della terza rivoluzione industriale con profondi cambiamenti che hanno attraversato l’impresa e la società con l’automazione la robotizzazione, il controllo computerizzato, i sistemi di informazione. Ciò richiede nuove regole, trasparenza, leale concorrenza, democrazia economica solidarietà e fiducia. La Thather e Reagan erano insensibili ai sentimenti umani dei disoccupati. Gli indicatori di bilancio sono più importanti dei valori umani.
I paesi che hanno e i paesi che non hanno.
Rinunciare agli affari illeciti.
I problemi della globalizzazione. Globalizzazione dal volto umano, la globalizzazione della solidarietà.
Coniugare capacità professionali e principi etici.